LA MERIDIANA SOLARE

Intervista al com.te Bruno Malatesta

Bruno Malatesta, ex Comandante Carnival, é un personaggio  consapevole d’aver ereditato – come ogni camoglino doc – un passato di storia nazionale importante; da un decennio é vicepresidente e colonna portante della benemerita Società Capitani e Macchinisti Navali di Camogli.  Il suo impegno  quotidiano é molto concreto, e va ben oltre la statica routine dei marittimi in pensione. Da molti anni, infatti, insegna materie professionali presso l’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova, ma le sue note capacità informatiche lo portano anche ad esercitare la complessa attività di ‘programmatore – webmaster’ di siti per Società e Associazioni varie.

Con queste scarne annotazioni non si esaurisce certamente la panoramica sulle  attività di Cap. Bruno Malatesta, che mai domo, coltiva da tempo un’altra ‘originale’ passione: costruisce MERIDIANE, e dell’orologio solare conosce tutti i segreti.

Oggi ci troviamo in compagnia di questo eclettico ‘personaggio’ e ne approfittiamo per rivolgergli alcune domande su questo affascinante argomento.

D –  Comandante, la meridiana é un retaggio del passato che continua a mantenere un suo fascino particolare, si costruiscono ancora e si confrontano, spontaneamente, con gli orologi da polso. E’ un riflesso condizionato che ci lega alla nostra terra, al sole che ci dà la vita, alla scienza che abbiamo ereditato dai nostri avi. Per lei la meridiana é una curiosità culturale o un amore da coltivare?

R – Penso che l’interesse per le meridiane, che poi sarebbe giusto chiamarle orologi o quadranti solari, abbia un duplice aspetto e cioè può nascere in noi inizialmente come curiosità culturale, ma una volta addentrati in questo sterminato ambiente, ce ne innamoriamo perdutamente. Dicevo prima che gli orologi o quadranti solari sono tutti quegli oggetti che misurano l’ora solare, mentre le meridiane sono solo quei particolari orologi solari che sono orientati esattamente verso il meridione come per esempio le meridiane piane, cioè rappresentano sul loro quadrante un numero uguale di ore al mattino ed al pomeriggio. Per fare un esempio, è pressoché impossibile trovare una meridiana classica su una parete verticale poiché quel muro difficilmente sarà rivolto esattamente verso Sud, per cui, i quadranti solari realizzate su case hanno generalmente un numero differente di ore tra mattino e pomeriggio e si chiamano perciò declinanti.

D –  So che per installare correttamente un orologio solare occorre una buona conoscenza della matematica trigonometrica e dell’astronomia. In caso contrario, si corre il rischio di possedere uno strumento dozzinale, un ‘oggetto’  forse esteticamente apprezzabile, ma senza alcun valore scientifico. Può spiegarci meglio questa differenza?

R – Il mio interesse per i quadranti solari ha trovato terreno fertile dovuto alla preparazione nautica ed astronomica che ho ricevuto all’Istituto nautico di Camogli. Logicamente bisogna avere una visione d’insieme di varie discipline: non basta essere in possesso di un software strepitoso se poi non si sa come applicarne i risultati. Le faccio un esempio: se volessi costruire un orologio solare sulla parete di casa, dovrei innanzitutto determinare la lunghezza dello stilo per  ottenere poi la grandezza del quadrante che contiene le ore; ho visto delle facciate di splendidi palazzi rovinate da “meridiane” praticamente illeggibili poiché lo stilo è troppo piccolo e la sua ombra si confonde sulle linee orarie che risultano troppo fitte. Per completare, diciamo che la trigonometria è il mezzo che aiuta a “interfacciare” gli angoli del moto del Sole con gli angoli architettonici di una parete.

D – Mi risulta che insieme a suo fratello, avete costruito alcuni quadranti solari  tra Recco, Rapallo e Camogli. Che effetto le fa il pensiero di lasciare ai posteri un segno visibile di questo connubio arte-scienza sul vostro territorio d’appartenenza?

R – Il pensiero di ogni gnomonista (o cadranièr, alla francese) è quello di sperare che i posteri possano sostenere le meridiane, bisognerebbe cioè sapere chi se ne prenderà cura nel tempo per evitare che vengano ingiustamente dimenticate. Vede, gli orologi solari sono antichi come l’Uomo e sono considerati i veri “custodi del tempo” e sono eterni mentre invece i moderni orologi al quarzo sono dei semplici “marcatori del tempo” e prima o poi si rompono. E’ vero che si scivola nel campo filosofico, ma basti pensare al fatto che non esiste ancor oggi una definizione di tempo…che cos’è? Forse “una successione ordinata di avvenimenti” come ci dicevano a scuola? Ma tornando al pensiero sui posteri, ci auguriamo solo che la curiosità per le meridiane non cessi e sicuramente non sarà così per definizione: basti pensare alle scienze che sono coinvolte nella costruzione di un orologio solare: astronomia, matematica e trigonometria, lingue classiche, geografia, filosofia, storia, architettura…

D – Siete anche autori di un interessante ed economico Manuale sulle Meridiane che, data la crisi editoriale in atto, trova difficoltà di stampa.

R – L’idea del manuale sulle meridiane ha un’antica genesi. Con mio fratello avevamo ideato quindici anni or sono di realizzare un testo informativo sugli orologi solari del comprensorio camogliese. Da lì è nata l’idea di un vero e proprio itinerario che si può “smarcare” in una giornata e che parte da Camogli centro e si snoda per le sue frazione per terminare a Punta Chiappa. Vengono presentati con immagini e schede dieci quadranti solari, inoltre il manuale contiene una guida gnomica e storica su Camogli, direi che l’opera è piuttosto interessante e di sicura popolarità sia per il turista che per l’appassionato.

D – Il vostro Manuale é consultabile sul sito?

R – Non è stato inserito in alcun sito di Internet poiché desideravo attendere la possibilità di pubblicarlo in ambito cartaceo e localmente. Spero di aver presto quest’opportunità.

D –  Le Meridiane sono forse lo strumento più fotografato dai turisti. Chi é attratto maggiormente da questa curiosità: gli anziani o gli studenti? I locali o i ‘furesti’ ?

R – Tutti sono attratti dalle meridiane. Intanto dagli appassionati che detestano scoprire quei quadranti solari abbandonati e poi sono assetati di scoprirne nuovi che rappresentano magari nuovi tipi di calcolo. Pensi che al giorno d’oggi esistono delle vere e proprie competizioni tra cadranièr internazionali, il primo premio va a colui che costruisce l’orologio solare più complicato e più geniale, non le sto a dire i calcoli attraverso i quali li progettano. Gli anziani sono curiosi di controllare il funzionamento dell’orologio solare e lo confrontano con il loro orologio da polso e si vantano di sapere perché esiste una certa differenza. Gli studenti sono coinvolti nello studio delle meridiane poiché la loro storia è, come abbiamo già detto, di natura  interdisciplinare e pertanto è una materia estremamente didattica. Basta vedere certi siti web di alcune scuole che riportano le realizzazioni di orologi solari fatte da studenti anche non nautici. I “furesti” che passeggiano nelle nostre “crose” sono affascinati dai quadranti solari che incontrano. Pensi che a fine ‘800 esistevano degli gnomonisti a tempo perso che costruivano meridiane nelle case dei palazzi per guadagnarsi un piatto di minestra…eh sì, storie d’altri tempi.

D – La conoscenza della Meridiana, quale ‘patrimonio storico-culturale’ del nostro Paese, non dovrebbe trovare spazio e diffusione sui testi scolastici delle scuole nazionali?

R – Nel 1998, a Camogli, tenni una conferenza sugli orologi solari presso un’associazione culturale. La sala era gremita, voleva perciò dire che la gente – di ogni età – era interessata all’argomento. Qualcuno dei presenti mi fece notare che la cultura delle meridiane è ormai sfiorita tra la gente comune e purtroppo questa è in effetti  la tendenza odierna. Nell’epoca di Internet dove tutto si ottiene subito e quindi velocemente, non c’è posto per uno strumento che si ostina a misurare il tempo com’è, cioè che non vuole accelerare come vogliono fare tutti. Le meridiane sono considerate dalla maggioranza delle persone degli oggetti obsoleti ed inutili, imprecisi e complicati e tale avversità è trasmessa anche a quel campo della didattica che tende a considerare le meridiane un argomento troppo classico, anche perché spiegare ad uno studente le scienze anzidette comporterebbe una certa quantità di tempo ed impegno. Pensi solamente a quest’esempio: se a scuola dovessi spiegare il funzionamento di un orologio al quarzo con tutti i suoi meccanismi e poi il funzionamento di una meridiana, ebbene, quale dei due argomenti susciterebbe di più la curiosità dell’allievo? Credo che non ci siano dubbi sulla risposta. In definitiva, l’interesse per gli orologi solari è sfortunatamente confinato a sporadici insediamenti, ma che per fortuna non tramonteranno mai, basti vedere in Internet le varie  associazioni globali di gnomonisti.

D – Che lei sappia, i quadranti solari sono un patrimonio soltanto italiano che resiste nel tempo, oppure é una tradizione comune con il resto del mondo?

R – Appena l’Uomo intuì la cadenza dei giorni e delle stagioni, cercò di comprendere meglio quali fossero i meccanismi che regolavano il moto del  Sole, se non altro per organizzarsi da vivere.  Basti solo pensare al fatto che intorno al solstizio invernale i primi abitanti del nostro pianeta avevano il terrore che il Sole si abbassasse sempre più e che non vi fosse termine al freddo invernale; quando poi capirono che dopo il 21 dicembre il Sole si sarebbe di nuovo alzato  – anticipando così le calde stagioni – decisero di festeggiare quella ricorrenza e di lì ebbe inizio il Natale che ovviamente non era ancora chiamato così.
Con questo esempio voglio dire che la cultura delle meridiane è globale. Il primo uomo usò sicuramente un pezzo di legno conficcato nel terreno e controllava così l’andamento dell’ombra prodotta, poi ci furono vari bacini di perfezionamento storico degli orologi solari: sicuramente i precursori furono nel l’Estremo Oriente e la zona del Tigri-Eufrate. Sembra proprio che quest’ultimi esportarono la scienza degli orologi solari in Europa. Nell’ambito greco-latino non vi furono grosse scoperte a riguardo. Eccelsero invece gli egizi che con i loro calcoli astronomici realizzarono – tra l’altro – degli interessanti quadranti solari. Va qui detto che l’incendio di Alessandria d’Egitto distrusse praticamente tutto lo scibile della scienza araba di quel tempo e tra quegli inestimabili documenti vi erano purtroppo anche le testimonianze dell’influenza araba sulla gnomonistica di casa nostra.

Negli anni fino al 200, in Italia si usarono molto gli orologi solari ad ore disuguali o canoniche, una sorta di meridiana imprecisa che marcava le ore di preghiera dei monaci benedettini, poi, sempre in Italia fu molto usata la meridiana ad ore italiche appunto, che marcava il tempo che mancava a mezzanotte e questa era molto usata dai lavoratori che volevano sapere fino a che ora ci sarebbe stata luce.
Ma la vera rivoluzione viene proprio dalla Francia, a fine ‘700, i cadranièr d’oltralpe realizzano un orologio solare le cui ore sono marcate dall’intera ombra dello sito, mentre tutte le precedenti l’ora solare era indicata solo dall’estremità di esso che si chiamava appunto gnomone. Quel tipo di meridiana – che ancor oggi è la più usata – venne subito esportata in tutti i paesi e soprattutto in Italia attarverso l’influenza napoleonica.
Dalle nostre parti gli orologi solari a parete sono pertanto quasi tutti a “quadrante declinante con stilo polare o alla francese”. In Piemonte però esiste una fitta cultura di quadranti solari, soprattutto nelle provincie più attigue al confine francese.

In definitiva, le meridiane appartengono a tutti e ci ricordano costantemente il nostro eterno legame tra l’Umanità e la Natura: per questo non le dobbiamo dimenticare.=

A cura di Carlo Gatti


Il restauro della Meridiana del porto di Camogli

Il restauro dell’orologio solare del Porto di Camogli e note di Gnomonica

(a cura del Com.te Bruno Malatesta)

Il Comandante Bruno Malatesta è un esperto di Gnomonica, ovvero di meridiane. I suoi studi d’astronomia nautica lo hanno introdotto agevolmente in questa disciplina, che rimane una delle materie più affascinanti dalle origini dell’Uomo. Nella realizzazione di quadranti solari, viene coadiuvato da suo fratello Mario, col quale ha realizzato vari orologi solari nei dintorni.

Va precisato che la scienza gnomonica o sciaterica, cioè quella che studia le meridiane, è, a sua volta, un insieme di discipline astronomiche, matematica, architettura, storia, geografia, lingue morte e chissà quant’altro. Studiare le meridiane o costruirle significa quindi immergersi nella sterminata cultura del genere umano.

Purtroppo, oggigiorno, solo pochi comprendono la vera valenza delle meridiane, che sono ingiustamente dimenticate e, a volte, addirittura cancellate dalle facciate dei nostri palazzi.

Introduzione

Fu durante una mia conferenza sulle “meridiane”, a Camogli, nel 1998, che incontrai l’indimenticato Com.te Gino Cortassa. Quella sera, nell’allora Circolo Culturale “La Nassa”, si parlò ovviamente anche degli orologi solari di Camogli, di quelli presenti al Civico Museo Marinaro, ma soprattutto dello stato di degrado del quadrante solare del porto di Camogli.

Il Com.te Cortassa, persona scientificamente molto preparata, in quell’occasione, volle fortemente promuovere un doveroso restauro di quell’orologio solare, sicuramente perchè rappresentava una delle varie esternazioni dell’educazione nautica ed astronomica dei Capitani di Camogli.


La meridiana prima del restauro/The sundial before the restoration

Storia della “meridiana” del porto

L’orologio solare del porto fu realizzato, secondo la data indicata nel quadrante, nel 1850, rappresenta cioè un bene architettonico e culturale di elevata valenza per la Città. Nel 1850, durante la grandiosa era dei “Mille bianchi velieri”, il problema di avere a bordo dei brigantini un cronometro preciso per la determinazione della Longitudine era praticamente risolto. A quel tempo inoltre, la preparazione degli studi astronomici era fondamentale per l’Ufficiale di Coperta. La determinazione del preciso punto nave in mare comportava vantaggi commerciali, evitando ritardi e, soprattutto, evitava alla nave di transitare in acque pericolose.

I cronometri però, andavano controllati e, a quel tempo, come succedeva anche per gli orologi dei campanili, l’unico sistema per verificarne il funzionamento era quello di confrontarli con le meridiane sulla terra ferma, rifasandoli per esempio, all’istante del Mezzogiorno Vero, cioè quando il Sole culmina alla sua massima altezza ed è appunto orientato verso Sud. In pratica, si determinava la differenza oraria tra l’ora marcata dal cronometro e quella della meridiana e con l’ausilio delle Effemeridi (pubblicazioni astronomiche), si correggeva finalmente l’orologio meccanico. Quest’operazione era chiamata “temperatura”.

Si può quindi affermare che, i brigantini di Camogli, una volta giunti in porto, potevano verificare la precisione dei loro cronometri confrontandoli colla meridiana della piazza. La stessa “temperatura” era sicuramente effettuata per rifasare l’orologio del campanile della Chiesa. In tutto questo contesto, si deve ricordare che fu proprio, in un secondo tempo, la radio a decretare l’inesorabile fine degli orologi solari. Infatti, il segnale orario trasmesso giornalmente e simultaneamente, rese praticamente molto precisi anche gli orologi meccanici di fine ‘800, relegando nell’oscurità, ingiustamente, i quadranti solari.

La prima domanda che mi posi fu: chi realizzò quel quadrante solare? Il primo ed unico nome papabile, sia per età e sia per preparazione fu, Lazzaro Bertolotto, il Capitano-Armatore-Professore. Richiamando l’argomento della formidabile preparazione astronomica dei Capitani camogliesi, viene quasi per scontato concludere che la realizzazione di un orologio solare è il coronamento della preparazione scientifica di un allora Capitano di velieri, ma anche l’attuazione del desiderio, frustrato da tempo, di vederlo funzionare, finalmente e splendidamente decorato sulla propria casa. Inoltre, gli orologi solari sono del tutto inservibili sulle navi, soggette ai movimenti del mare e questo rendeva più forte l’obiettivo di costruirne uno che poteva essere ammirato da tutti. Feci delle ricerche per far collimare le date della splendida carriera sulle navi e in Città di Lazzaro Bertolotto ma purtroppo, non ebbi mai quella prova decisiva.

Il quadrante del porto, appena realizzato non mostrava i nomi delle città che giacevano sulle linee orarie prima e dopo il Mezzodì di Camogli: furono infatti aggiunte in un secondo tempo. La vera curiosità era però la presenza della città di Lima, che giace tuttora a 6 ore a Est di Camogli, mentre nella realtà è ovviamente a 6 ore Ovest. Durante il restauro, tale particolarità fu comunque rispettata, tanto per rispettare l’integrità del bene culturale. Secondo una foto d’epoca infatti, sembra che i nomi delle città siano stati aggiunti ai primi del ‘900, forse colo scopo di arricchire il quadrante.

Successivamente, si sono avvicendati dei restauri, i quali hanno semplicemente ricalcato la tracciatura originale. Si può senz’altro affermare che originalmente l’orologio funzionava perfettamente poichè nessuno, ancor oggi, realizza una meridiana, il cui funzionamento sia impreciso e possa essere così verificato e mal giudicato dagli occhi di tutti. Nel tempo però, le linee orarie potevano aver subito distorsioni dovute a restauri frettolosi oppure, lo stilo poteva essere piegato per un danno ambientale (urto con oggetti estranei, panni da stendere). Insomma: si doveva verificare di nuovo tutto il suo funzionamento.

Alcuni dati gnomonici

Va chiarito subito che il termine “meridiana”, usato impropriamente per la maggior parte degli orologi solari, si riferisce solo a quello la cui facciata è rivolta esattamente a Sud, originando così lo stesso numero di linee orarie a cavallo della linea di Mezzodì, detta appunto “meridiana”. Generalmente però, le facciate delle case non sono rivolte esattamente a Sud, per cui, gli orologi solari tracciati su di esse presentano un numero diseguale di linee a cavallo di quella del Mezzodì a seconda che la parete sia esposta più a Est o a Ovest del Mezzodì (Meridione o Sud). Questi quadranti solari sono detti perciò “declinanti”. Per praticità, d’ora innanzi, chiameremo comunque “meridiana” anche questo orologio.

La meridiana di Camogli è del tipo declinante, ad ore francesi, con stilo polare. Declinante significa che il suo quadrante è esposto non a Sud ma verso Est o Ovest, in questo caso, “declinato” a Ovest. Risulta quindi evidente che vengono rappresentate più ore pomeridiane che mattutine. Le ore sono francesi poichè fu proprio alla fine del 1700 e quindi con l’influenza napoleonica che vennero esportati “les cadrans solaires” realizzati dai loro artefici, i famosi “cadraniers”. Non a caso, a Ruta, che fu sede di una guarnigione napoleonica, si trovano due meridiane francesi (ahimè in degrado), una sul campanile della Chiesa (usata sicuramente per la “temperatura” dell’orologio e una sulla facciata della casa dinnanzi al piazzale della Chiesa stessa).

Ecco come ha origine un orologio solare declinante: le linee orarie risultanti dall’incastro del quadrante generatore con un piano che non sia diretto a Sud, sono asimmetriche. Nella pratica si usano formule trigonometriche per ottenere dette linee orarie proiettate sul piano di riferimento/Theoretical principles of sundials

Le ore francesi dicevo, rappresentano l’ora della meridiana proiettando su di loro l’intera ombra dello stilo; queste linee orarie hanno origine in un punto solo. Prima d’esse, in Italia veniva usato il quadrante “ad ore italiche” il quale marcava l’ora tenendo conto della proiezione della sola estremità dello stilo sulle linee orarie che avevano origine in punti differenti. Le linee francesi poi, sono di più facile lettura, insomma, per quei tempi era una vera rivoluzione nella misurazione del tempo e tutti vollero ovviamente allinearsi con le nuove tendenze d’oltralpe. Completava la tracciatura una mezzaluna intorno al punto d’infissione dello stilo: anche quest’elemento apparteneva alla scuola francese del quadrante.

Lo stilo è del tipo polare, ovvero giace su una linea che unisce idealmente il Polo Sud a quello Nord. In pratica, si considera che tutto, meridiana, facciata della casa, eccetera, giri intorno ad esso colla relatività del moto apparente del Sole. La meridiana di Camogli è di stesura molto semplice. La linea di Mezzodì, che è verticale, segna l’ora del passaggio del Sole al meridiano del posto. In effetti, un orologio solare serve proprio a segnare il tempo secondo la propria località. Ai tempi passati, non va dimenticato, non esistevano le varie Convenzioni sui Fusi Orari e si viveva in maniera “locale” e non globale come adesso.

Ovviamente c’è la maniera per ottenere il tempo orologio da quello della meridiana e qui comprendiamo che dobbiamo tenere conto appunto delle leggi sulla misurazione del tempo introdotte dall’Uomo alla fine dell’800.

Targa esplicativa del funzionamento della meridiana del Porto/How to read the sundial time

La prima correzione è quella dell’Equazione del Tempo: sappiamo bene che la Terra segue un’ellittica intorno al Sole durante l’anno. Ne consegue che il moto apparente del Sole Vero non è costante, ovvero certi mesi e più veloce, altri più lento. In pratica, il Sole Vero non passa esattamente dopo 24 ore al meridiano di una stessa località. Si creò così, per Convenzione, il Sole Medio, di moto costante apparente intorno alla Terra. La differenza in minuti e secondi tra questi due moti nell’arco dell’anno è detto appunto Equazione del Tempo. Questa correzione è riportata annualmente nelle Effemeridi ma, con buona approssimazione, anche una tabella indicativa è sufficiente e costante per qualche anno.

La seconda correzione è quella dovuta alla posizione di Camogli rispetto al meridiano passante per il Fuso dell’Europa Centrale (Monte Etna). Questa è una correzione fissa e più semplice: se Camogli è a 9°09′ di longitudine Est e il meridiano dell’Etna è ovviamente a 15° di longitudine Est, ne sonsegue che il Sole passa prima ovviamente in Sicilia e arriva su Camogli 5°51′ dopo, ovvero 23 minuti e 24 secondi.

La terza correzione è quella dovuta all’Ora Estiva: vanno ovviamente tolti o aggiunti 60 minuti a seconda del periodo annuale.

Ecco un esempio per ottenere il tempo orologio da quello della meridiana:

– Ora indicata dalla meridiana di Camogli il 1° Agosto 2006 = 14:30

– Equazione del Tempo per il 1° Agosto = + 6 min 20 sec

– Correzione del Fuso (Etna-Camogli) = + 23 min 24 sec

– Correzione Ora estiva = + 60 minuti.

Correzione totale = + 1ora 29minuti 44secondi e quindi,

ora orologio = 15:59:44 .

Certo, la meridiana avrebbe potuto essere stata realizzata con più funzioni: lo stilo per esempio, se fosse stato di una specifica lunghezza, avrebbe potuto segnare anche tutte le stagioni dell’anno. Inoltre non venne scritto nessun motto, che poteva invece dare più lustro all’opera. Comunque sia stato, la meridiana è bella così ed andava salvata e restaurata al più presto.

Il cosiddetto “bavaglio”, che venne applicato alla meridiana, prima e dopo, per controllare la bontà dei calcoli di restauro/Workshop sheet to verify the sundial

Preparativi

Si creò un Comitato, presieduto dall’infaticabile Com.te Cortassa, che ebbe come principale obiettivo quello di rimisurare il quadrante solare (c’era infatti qualche scarto pomeridiano anomalo tra Tempo Vero e Tempo Fuso) e di ritracciarlo. Inoltre, lo stilo metallico era leggermente piegato, così da compromettere la corretta lettura solare.

Il Comitato, formato interamente da camogliesi coinvolti in varie iniziative e realtà, si preoccupò dei vari permessi per l’uso di carri-gru, di essere aggiornato sui lavori di restauro dell’intera facciata dell’immobile dove la “meridiana” era raffigurata, della realizzazione dello “spolvero” che avrebbe originato la nuova stesura del quadrante. Va quindi detto che il restauro dell’orologio ha comportato il ricalcolo di tutte le linee orarie e dei parametri dello stilo (lunghezza ed inclinazione).

Con l’ausilio prezioso del Com.te Cortassa e di mio fratello Mario, misurai i dati dell’orologio antico nell’Estate del 1998, la sua effettiva declinazione, le linee orarie, angoli, stilo. Ottenni inoltre dal pittore Ino Lavarello un lucido tracciato a mano di riferimento e quindi iniziai il tracciamento dello spolvero nuovo.

Il canovaccio usato per risolvere le formule trigonometriche relative alla declinazione della parete, le linee orarie e i parametri dello stilo della meridiana di Camogli/Calculation sheet of the sundial specifications (© B.Malatesta)

Va detto che lo spolvero è necessario per evitare di tracciare direttamente a parete le linee orarie e può essere usato altresì per un restauro futuro.

Lo spolvero

Su una parete libera venne composto lo spolvero, sul quale furono tracciate in bolla ed a piombo le linee verticali e di riferimento. Successivamente, appena individuato il punto d’infissione dello stilo, vennero originate le linee orarie che furono tracciate con calcoli trigonometrici a segmenti: questa soluzione permise di evitare errori di tracciamento dovuti alla lunghezza eccessiva delle stesse. Lo spolvero venne completato colle scritte ed i numeri a seconda dell’originale, soprattutto con l’aiuto di fotografie particolari.

Lo spolvero usato per il tracciamento del quadrante solare. E’ ora conservato al Civico Museo Marinaro/The pounce sheet of the sundial (photo Com.te G.C. Lemmi)

Va ricordato che lo spolvero di questo restauro è conservato nel Civico Museo Marinaro di Camogli ed è pronto ad essere impiegato per il prossimo intervento. I calcoli per il tracciamento delle linee orarie vennero eseguiti con formule trigonometriche e confrontati con le linee orarie originali; vennero quindi effettuate leggere modifiche alla prima stesura del tracciato.

La realizzazione

Il 31 Marzo 2002, si verifica la sovrapposizione della linea verticale a piombo coll’ombra dello stilo, misurata alle ore 12:28, Mezzogiorno Vero: è la conferma che i calcoli sono precisi/Verification of the shadow

Tra la progettazione e la realizzazione a parete passò qualche tempo per aspettare la conclusione dei lavori di restauro della facciata dell’immobile di Piazza del Porto.

Lo spolvero è applicato alla parete/The pounce sheet is posted on the wall (photo Com.te G.C. Lemmi)

Nel mese di Aprile del 2002, la ditta edile dell’immobile, infisse il nuovo stilo, applicò lo spolvero a parete e ridipinse la meridiana, con l’ausilio dell’esperto pittore in facciate d’epoca, Ino Lavarello.

Mario Malatesta assiste il tracciamento dell’orologio solare/Mario Malatesta assists the sundial tracking (foto Com.te G.C. Lemmi)

L’opera si poteva dire completata e, dopo le verifiche di funzionamento, il Comitato si sciolse.

La meridiana ai giorni nostri/The sundial, nowadays

Finalmente Camogli aveva ritrovato la sua meridiana per essere ammirata da tutti i viandanti che transitano sotto di essa e oggi, “lei” gioisce quando rammenta alla gente che il Tempo è eterno.


A cura di

Carlo GATTI

Rapallo, 11.06.12