TROFEO DI AUGUSTO

 Detto anche

IL TROFEO DELLE ALPI

Detto anche

TROFEO DI LA TURBIE

 

Il Trofeo di Augusto è un monumento romano elevato a emblema dei trionfi e quindi dei trofei di Augusto, posto su un’altura a 480 m s.l.m nel comune di La Turbie, nel dipartimento delle Alpi Marittime, molto vicino al Principato di Monaco.

Il monumento fu costruito per celebrare la

“pax romana” 

ottenuta nella regione e per glorificare la vittoria del futuro Imperatore Augusto sulle tribù Liguri ribelli, come vedremo in seguito.

 

 

Trofeo delle Alpi di La Turbie

INTRODUZIONE

Eravamo con la famiglia di ritorno dall’abituale  viaggio in Scandinavia che ogni anno arricchivamo con deviazioni insolite, alla scoperta di città e strade mai percorse prima. I miei figli, allora studenti di storia dell’arte alle superiori, mi avevano spesso incuriosito con le pagine dei loro manuali scolastici, ed è proprio lì che lessi per la prima volta del Trofeo delle Alpi di La Turbie, l’imponente monumento romano che domina, a 500 metri d’altezza, un panorama capace di togliere il fiato.

Fu naturale lanciare la proposta ai miei “passeggeri”: forse non tutti interessati al tema, ma certamente entusiasti di allungare di un giorno il viaggio verso casa, rinviando così il pensiero dell’imminente anno scolastico.

LA TURBIE

 

Dall’alto verso il basso: La Provençale, La Turbie e la “Tête de Chien” (testa di cane)- Freccia rossa dall’alto verso il basso.

 

Giunti a La Turbie, la sorpresa fu grande. Il monumento si erge in una posizione incantevole: la sua mole parla ancora oggi di potenza e di eternità. Purtroppo lo si può gustare nella sua totale bellezza soltanto grazie alla ricostruzione in scala custodita nel vicino museo, dove l’immaginazione può ricomporre le parti mancanti e restituire la grandiosità originaria.

 Il Trofeo delle Alpi, innalzato da Augusto per celebrare la vittoria sui popoli alpini, non è solo un segno di conquista: è un manifesto di volontà, quasi un atto di fede nella permanenza della grandezza di Roma.

Gli Antichi non smettono mai di sorprenderci: nei materiali impiegati e nell’architettura riconosciamo la maniacale precisione con cui pensarono opere destinate a sfidare i millenni. È come se volessero parlare ai posteri, scolpendo nella pietra un messaggio di potenza, ordine e civiltà.

Non è forse casuale che questi monumenti venissero spesso circondati da cipressi, alberi che da sempre evocano il silenzio e la solennità della memoria. Ed è curioso notare come noi moderni, quasi istintivamente, abbiamo conservato e tramandato questa tradizione.

Ma c’è un’altra suggestione che nasce spontanea: da quella terrazza naturale, lo sguardo non si ferma ai monti, ma scivola verso il blu del Mediterraneo. Lì sotto, da secoli, le navi hanno tracciato le loro rotte, portando merci, soldati, idee, lingue e culture. È come se il Trofeo stesso, pur piantato saldamente sulla roccia alpina, trovasse compimento nel mare che si apre davanti a lui.

Roma celebrava le sue vittorie sulle montagne, ma guardava sempre al Mediterraneo come al vero cuore del suo impero: Mare Nostrum, via di dominio e di scambi, spazio di guerre e di civiltà. Così il Trofeo di La Turbie non è soltanto un monumento alla vittoria sulle Alpi, ma anche un faro simbolico che unisce le vette alla distesa marina, ricordandoci come la storia di Roma – e forse la nostra stessa identità – sia intrecciata indissolubilmente con il mare.

 

COME DOVEVA APPARIRE ORIGINARIAMENTE

 

 

La replica in scala del monumento si trova all’interno del Museo

 

 

Si entra a piedi nel piccolo villaggio medievale di La Turbie, costruito in cima al promontorio sopra la “testa del cane”. Attraverso la Porta Ovest si percorre la via romana Iulia Augusta (il proseguimento dell’antica via Aurelia che da Roma arrivava in Liguria). La strada è lastricata e affiancata da case di pietra.

Poi d’improvviso, sulla sinistra, seminascosto sul retro da altissimi cipressi che fanno da corona, in omaggio all’antica abitudine romana di porre cipressi attorno ai mausolei o ai trofei, compare il Trofeo delle Alpi o Trofeo di Augusto

 L’imperatore romano, dopo aver sconfitto la quarantacinquesima tribù celto-ligure ribelle dell’arco alpino, decise di far costruire il Trofeo, alto 49 metri, compresa la gigantesca statua di Augusto.

Come sempre, Roma aveva colto il suo trionfo!

Per molti secoli nell’antichità ha suscitato, sui viaggiatori che percorrevano la strada consolare, ammirazione e rispetto per la potenza di Roma, incarnata da un Imperatore che fu un mito nei secoli dei secoli.

Questo trofeo nel tempo segue, nelle Gallie: il trofeo di Pompeo, in Summum Pyrenaeum: quello di Briot (ora al museo di Antibes), i Trofei di Mario e altri.

 

LA TURBIE NEL SUD DELLA FRANCIA

480 mt. s.l.m. – 3.053 abitanti

 

 La Turbie è un luogo sconosciuto in Italia, soprattutto da quando esiste l’autostrada che passa per l’interno e porta in mezz’ora da Ventimiglia a Nizza. Dall’alto di questo promontorio a picco sul Mediterraneo, si gode il panorama più bello della Costa Azzurra. Si chiama Tête de Chien” (testa di cane).

ROMANO IMPERO

 Quello che rimane per i nostri occhi….

 

Elementi di Architettura

L’ISCRIZIONE ORIGINALE IN LATINO

 “All’imperatore Augusto, figlio del divino Cesare, pontefice massimo, nell’anno 14° del suo impero.

17° della sua potestà tribunizia, il senato e il popolo romano poiché sotto la sua guida e i suoi auspici tutte le genti alpine,
che si trovavano tra il mare superiore e quello inferiore sono state assoggettate all’impero del popolo romano”.

La gigantesca iscrizione posta sulla facciata occidentale, di cui rimanevano solo alcuni frammenti, è stata ricostruita completamente durante il restauro del monumento curato da Jules Formigé, avendone letto la citazione di Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Essa è la più lunga iscrizione latina scolpita conosciuta nella storia antica.

 

Genti alpine sconfitte

IMP . CAESARI . DIVI . FILIO . AVG . 
PONT . MAX . IMP . XIIII . TRIB . POT . XVII 
S . P . Q . R 
QUOD . EIUS . DVCTV . AVSPICIISQVE . GENTES . ALPINAE . 
OMNES . QVAE . A . MARI . SVPERO . AD . INFERVM . PERTINEBANT . 
SVB . IMPERIVM . P . R . SVNT . REDACTAE 
GENTES . ALPINAE . DEVICTAE . TRIVMPILINI . CAMVNI . 
VENNONETES . VENOSTES . ISARCI . BREVNI . GENAVNES . 
FOCVNATES . VINDELICORVM . GENTES . QVATTVOR . COSVANETES . 
RVCINATES . LICATES . CATENATES . AMBISONTES . RVGVSCI 
SVANETES . CLAVCONES 
BRIXENTES . LEPONTI . VBERI . NANTVATES . SEDVNI . VARAGRI . 
SALASSI . ACITAVONES . MEDVLLI . VCENNI . CATVRIGES . BRIGIANI 
SOGIONTI . BRODIONTI . NEMALONI . EDENATES . VESVBIANI 
VEAMINI . GALLITAE . TRIVLLATI . ECTINI 
VERGVNNI . EGVITVRI . NEMETVRI . ORATELLI . NERVSI . VELAVNI . 
SVETRI  

Traduzione

I Trumpilini –   I Camunni – I Venosti –  I Vennoneti –   Gli Isarci –  I Breuni –  I Genauni –  I Focunati – Le quattro nazioni dei Vindelici: Cosuaneti  Rucinati  Licati  Catenati –  Gli Ambisonti –  I Rugusci
– I Suaneti –  I Caluconi –  I Brixeneti –  ILeponzi –  Gli Uberi –  I Nantuati –  I Seduni – I Veragri –  I Salassi –  Gli Acitavoni –  I Medulli –  Gli Ucenni –  I Caturigi –  I Brigiani –  I Sogionti – I Brodionti –  I Nemaloni –  Gli Edenati –  I Vesubiani –  I Veamini –  I Galliti –  I Triullati –  Gli Ecdini –  I Vergunni –  Gli Eguituri –  I Nematuri –  Gli Oratelli –  I Nerusi – I Velauni –  I Svetri »

Il testo riporta i 45 nomi delle tribù sconfitte in ordine cronologico ed è affiancato da due bassorilievi della Vittoria alata. C’è poi l’immagine del “trofeo”, una raffigurazione delle armi conquistate ai nemici e appese ad un tronco d’albero. Ai due lati del trofeo sono raffigurati coppie di prigionieri galli in catene.

 

L’iscrizione riportata sul monumentale trofeo di Augusto, TROPAEUM ALPIUM

Il Trofeo delle Alpi, eretto per volontà del Senato nel 7-6 a.c. in onore delle vittorie riportate da Augusto sulle popolazioni alpine. Sulla base del monumento c’era una lunga iscrizione celebrativa con lettere in bronzo, oggi ricostruita, che riportava l’elenco dei 44 popoli alpini e galli sottomessi dall’Imperatore.

 

 

 

Plinio il Vecchio (23-79 d.c.) scrisse invece dei Camunni come di una delle tribù euganee assoggettate dai Romani:

« Voltandoci verso l’Italia, i popoli euganei delle Alpi sotto la giurisdizione romana, dei quali Catone elenca trentaquattro insediamenti. Fra questi i Triumplini, resi schiavi e messi in vendita assieme ai loro campi e, di seguito, i Camuni molti dei quali assegnati ad una città vicina. »

Citati nel Trofeo di Augusto.

 

CONCLUSIONE

 Ripensando oggi a quella deviazione improvvisata lungo la Provençale, sento una profonda soddisfazione: i miei quattro figli, divenuti adulti, hanno voluto portare a loro volta i propri figli a visitare il Trofeo di La Turbie. È una gioia che mi commuove: quel monumento, così vicino a noi eppure così poco conosciuto, ha trovato nuova vita negli occhi delle generazioni più giovani.

Forse questo è il senso più autentico di opere come il Trofeo: non solo pietra e architettura, ma messaggi di continuità, capaci di superare i secoli e di unirci in una catena senza fine. Guardandolo dall’alto, sospeso tra le Alpi e il Mediterraneo, mi sembra quasi di sentire che questo dialogo tra monti e mare non è mai interrotto. Le navi che solcano il blu sottostante, le strade che serpeggiano verso l’entroterra e i monumenti che vegliano dall’alto sono tutti parte di una stessa storia: la nostra.

E così, come il mare porta in sé la memoria di mille viaggi, anche un giorno di vacanza con la famiglia si è trasformato in eredità. Un’eredità che oggi continua, più viva che mai, nel cuore e negli occhi dei miei nipoti.

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, lunedì 29 Settembre 2025