SAN ROCCO DI CAMOGLI

Terra di Armatori, Capitani e Marinai


Carta del Monte di Portofino

 


La Chiesa di San Rocco di Camogli

San Rocco è una frazione di 233 abitanti del comune di Camogli, nella città metropolitana di Genova. Posizionata a 221 m sul livello del mare, dista circa 4,5 km dal capoluogo comunale. San Rocco di Camogli svetta tra boschi di castagni e panorami mozzafiato, distese di aghi di pino e terrazze coltivate a ulivi. Lungo un sentiero a picco sul mare, si gode un incomparabile frescura in estate e ci si scalda al sole in inverno. Dal sagrato della chiesa si ramificano sentieri che vanno alle Batterie della Seconda guerra mondiale oppure si scende fino a Punta Chiappa, per proseguire verso San Fruttuoso e Portofino.

San Rocco di Camogli è un belvedere sul mare; piccolo borgo sulle colline di Camogli, a circa 28 chilometri da Genova. Arroccata su un picco roccioso offre una incomparabile vista su Camogli, Genova e ancor più a levante e a ponente, nelle giornate limpide anche fino a capo Mele. Si trova lungo il percorso di itinerari panoramici immersi nel verde del Monte di Portofino.

 


Chiesa di San Rocco – Abside

 

Sul pavimento della chiesa di San Rocco é raffigurato un brigantino dell’armatore Mortola Giuseppe fu Giobatta. La cornice policroma é di pregiatissimo marmo ligure.

GIUSEPPE MORTOLA é stato il maggiore armatore di Camogli e uno dei più importanti a livello nazionale. Il suo percorso professionale é emblematico delle vicende della vela. Nato nel 1852 a SAN ROCCO DI CAMOGLI, da qui il soprannome di “SANROCCHIN”, naviga da ragazzo verso la Maremma per effettuare carichi di carbone di legna da portare a Genova o in altri porti del tirreno. Alterna gli imbarchi agli studi nautici, diplomandosi Capitano di lungo corso a 24 anni; comanda poi per un decennio velieri sui mari dell’Atlantico e del Pacifico. Nel 1889 é Capitano di un brigantino a palo di cui ha rilevato con i suoi risparmi la maggioranza dei carati; nel 1890 decide di essere solo un Armatore.

Nave EURASIA – Armatore Mortola (Sanrocchin) – in fase di attracco – 1908

La sua flotta cresce col tempo, é proprietario di venticinque grandi navi e di una trentina di vascelli minori oltre alle quote in altre società di navigazione ed alle numerose carature possedute nei vascelli di diverse famiglie di armatori di Camogli. Conta anche numerosi velieri in ferro, e Mortola l’amministra praticamente da solo recandosi quotidianamente da Camogli a Genova. Si ritira definitivamente dall’attività con la Prima guerra mondiale, quando molte delle sue navi sono silurate e affondate dagli U-Boote tedeschi, dopo una vita di lavoro e di attaccamento a una tradizione, la cui profondità é pari solo ai legami che lo uniscono alla famiglia e lo portano a battezzare due dei suoi velieri COGNATI e DUE CUGINI.

Vite esemplari di un mondo di imprenditori che trova proprio nella tradizione e nelle relazioni parentali la capacità di resistere, ma anche il suo limite…

 


Una poesia dipinta in perfetta lingua genovese si trova all’interno della chiesa ed é il gesto d’amore di un pellegrino che é rimasto affascinato dallo scenario naturale e religioso di San Rocco di Camogli.

Il Golfo Paradiso

che scorcio…


… uno sguardo sul  Golfo Paradiso…


La tonnara di Camogli


La tonnarella di Camogli oggi, come centinaia di anni fa ,viene sempre cucita e distesa lungo la diga che ripara il porto di Camogli, e calata nello stesso punto della costa racchiuso tra Camogli e Punta Chiappa.
Fin dall’origine è salpata a mano e le maglie in filato di cocco oltre ad inzupparsi di acqua di mare raccolgono il sudore e la fatica dei tonnarotti.
Insomma tutto è identico, anche i movimenti e la tecnica di pesca sono rimasti quelli.
Ogni mossa ripetuta dall’equipaggio e comandata dal “rais” è un balzo a ritroso nel tempo vecchio quanto il fondale marino sottostante, l’unico nell’Area Marina Protetta di Portofino da considerare praticamente “vergine”.

LINK:

LA GALLETTA DEL MARINAIO – SAN ROCCO DI CAMOGLI

https://www.marenostrumrapallo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=533;juan&catid=52;artex&Itemid=153

Carlo GATTI

Rapallo, 21 Giugno 2019