LUNA ROSSA

UN SOGNO INFRANTO




I VUOTI DI VENTO

HANNO CONDIZIONATO LA COMPETIZIONE?

Questa “novità” ha sbalordito tutti i competenti e non, appassionati e naturalmente anche i VELISTI PER CASO come noi che non avevano fatto i conti con il dispettoso EOLO che ha voluto far capire agli uomini di mare, ancora una volta, se ce n’era bisogno, che l’orchestra la dirige solo lui… e premia specialmente i locali che lo sanno “corteggiare” meglio dei foresti!

Pertanto credo che dall’alto sia arrivato un non troppo velato monito contro gli uomini scientifici dei due Team che avevano alzato troppo la cresta e andavano ridimensionati!

Naturalmente tra non molto sarà inventato anche lo strumento in grado di INDIVIDUARE ED EVITARE i VUOTI DI VENTO ….e vedremo quale sarà la risposta di EOLO

Per il momento si è visto che le due barche finaliste, nei buchi di vento, con lo scafo senza carena che hanno sotto i piedi, non sono navigabili! E questo é un fatto poco marinaro da qualsiasi punto di vista lo si voglia guardare e, personalmente, da uomo di mare ho provato una specie di “delusione” che mi ha fatto rimpiangere gli scafi marini di AZZURRA, IL MORO DI VENEZIA, ORACLE ecc…

Da uomo di mare, non da velista, mi è rimasto un dubbio da sciogliere.

Ho sentito e letto che il TEAM azzurro – PRADA, nel suo rivoluzionario modo di costruire LUNA ROSSA insieme al brain trust del Cantiere Persico (Bergamo) che sta spopolando nel mondo velico, avrebbe anche INVENTATO la formula del doppio TIMONIERE/skipper/comandante, uno per lato in regata. Formula che non é stata, per esempio, applicata da New Zealand.

A quelle velocità “pazzesche” le decisioni devono essere rapidissime e debbono essere prese, quasi istintivamente, da uno solo – il MIGLIORE!

Evidentemente non ho alcun titolo per dare giudizi di merito, ma ho la sottile sensazione che proprio quello sia stato il punctum dolens per l’avventura neozelandese della nostra spedizione australe.

Da nessuna parte mi è giunto alcunché di negativo su detta formula… ma io credo nella mia esperienza di 35 anni di manovre di navi nel vento ed anche, perché no, nella saggezza dei vecchi proverbi marinari …

Bandiera vecchia onore di Capitano (non di due…)-

Bandëa vegia onô do Capitànio

Barca carica regge il vento.

Barco carrigòu o reze ô vento.

Chi impugna la barra, governa il timone.

Chi manezza a manoela, manezza o timon.

E soprattutto:

– Due a comandare, barca sugli scogli.

Duì Capitanni, barco in tu schêuggi.

Per non cadere in altri eventuali errori di valutazione tecnica, mi astengo dal proseguire … e mi limito a riportare alcuni interessanti commenti dei principali personaggi che abbiamo imparato a conoscere in questo emozionante periodo.

 

La vigila dell’ultima gara in programma:

Lo skipper Max Sirena ha analizzato la situazione ai microfoni della Rai:

È stata una regata bella, forse una delle più belle degli ultimi 15-20 anni, contro un team fortissimo. Alla fine nello sport conta vincere e quindi ci lascia un po’ di amaro in bocca, perché per l’ennesima volta i ragazzi sono stati bravissimi, sono partiti bene, hanno controllato la regata, poi purtroppo… A me non piace parlare di sfortuna, però non prendiamo mai l’ultimo salto di vento. Purtroppo noi, l’80%-90% delle volte facciamo delle decisioni giuste, sbagliamo pochissime volte, mentre i Kiwi possono permettersi di sbagliare la maggior parte delle volte. Il problema è che hanno una barca che permette di compensare gli errori che fanno. Partono sempre dietro e riescono ad arrivare davanti. Come ha detto Checco (Bruni, ndr) è come cercare di affogare un pesce in acqua, è tosta. Sono contento, abbiamo dato spettacolo contro uno dei team di New Zealand più forti di sempre. Il morale è alto, abbiamo regatato bene, siamo ancora stravivi e nello sport può succedere di tutto, noi ci crediamo ancora: domani andremo in mare per batterli, lo abbiamo già fatto e possiamo farlo ancora“.

Max Sirena lucido. “New Zealand è più veloce e può sbagliare, noi no”

Ogni minimo nostro errore equivale a dieci dei loro

Perché:

Loro sono POCO più veloci di noi ed hanno sbagliato di meno

Eravamo più forti nelle virate alle boe ma loro sono stati bravi a capire il rimedio necessario affondando meno il foil…

Il resto lo ha deciso EOLO che nel golfo di Hauracki ha deciso da ormai 30 anni per chi tenere…

La fortuna non è stata dalla nostra parte

: “Sbagliamo poco, ma alla fine vince New Zealand”

Max Sirena: “Sbagliamo poco, ma alla fine vince New Zealand”

Lo skipper di Luna Rossa: “Sfida spettacolare, ma loro hanno una barca che compensa gli errori”

DA 30 ANNI Emirates Team New Zealand E’ SULLA CRESTA DELL’ONDA nella vela mondiale

America’s Cup, niente da fare per Luna Rossa: il trofeo rimane in Nuova Zelanda – Luna Rossa non ce l’ha fatta, la Coppa America resta in Nuova Zelanda. 7 a 3 il punteggio finale che consente ai Kiwi di festeggiare la difesa della 36 esima America’s Cup. –

E’ stata una bellissima avventura. Abbiamo tifato, ci siamo illusi e poi amareggiati, ma alla fine nello sport c’è sempre un vincitore e in questo Trofeo antico di 170 anni, com’è noto, non c’è neppure un secondo classificato. Luna Rossa ha fatto tutto quello che poteva davanti a un avversario che aveva una marcia in più. Non nell’organizzazione e neppure nella qualità dell’equipaggio, che anzi ha dato prova di grandi capacità, forse persino superiore ai maghi neozelandesi, ma nella velocità della barca. In Coppa America, alla fine, vince sempre quella più veloce e Team New Zealand lo è. Per dimostrarlo, però, ha dovuto soffrire e lottare anche lei, perché nonostante questo Luna Rossa l’ha spesso messa alle corde, approfittando di una qualità di conduzione e di un rodaggio di regate che il Defender non aveva e che ha poi compiuto strada facendo e velocemente, fino alla vittoria. Del resto è al Defender che spetta dettare le regole di progettazione e realizzazione delle barche ed è evidente che nel momento in cui lo fa ha già studiato il progetto e le sue possibili evoluzioni. Ha dunque un vantaggio sancito dai regolamenti, che gli altri devono solo far proprio. E qui i neozelandesi hanno probabilmente messo le basi della loro difesa, realizzando delle ali più piccole e per questo meno frenanti sull’acqua rispetto agli sfidanti, e persino regolabili a seconda delle necessità. Come se in Formula 1 un’auto potesse variare la geometria degli alettoni in base alla velocità e alle curve. Ciononostante Luna Rossa l’ha tenuta spesso dietro e ora possiamo dirlo, con un po’ di fortuna in più – che ai kiwi non è mancata – e anche un maggiore cinismo, avrebbe potuto davvero cambiare le sorti della partita e adesso parleremmo d’altro. Resta da vedere cosa sarà ora di Luna Rossa, se questo bagaglio di esperienza, qualità e capacità, continuerà a essere sviluppato e messo a frutto con una nuova campagna tra quattro anni o meno. Per ora il Patron Prada, Patrizio Bertelli, con le sue 6 sfide lanciate è il miglior perdente di sempre

. Ma la ruggine si sa, non muore mai e come ha già confessato per lui la Coppa finisce solo quando l’hai conquistata.

GIORNALE DELLA VELA

La Coppa America resta nella bacheca del New Zealand Yacht Squadron,

Emirates Team New Zealand

vince 7-3 su

Luna Rossa Prada Pirelli Team

La barca italiana ne esce a testa alta, dopo avere portato avanti una sfida che l’ha vista arrivare dove nessun team tricolore si era spinto.

Ma questa è la vittoria della generazione di giovani fenomeni kiwi: Peter Burling (classe 1991), Blair Tuke (1990), Josh Junior (1990), Andy Maloney (1991), la giovane ingegnere delle performance Elise Beavis (1994). Un gruppo di ragazzi che bissano la vittoria della Coppa del 2017. Onore a loro.


Emirates Team New Zealand è il vincitore della edizione numero 36 della America’s Cup presented by PRADA. In una giornata di grande spettacolo ha battuto per la settima volta Luna Rossa Prada Pirelli, che ha combattuto fino alla fine per non arrendersi. “E’ stata una fantastica esperienza, voglio congratularmi con Team New Zealand, hanno fatto un lavoro fantastico. Congratulazioni anche a Luna Rossa, un team fantastico: abbiamo provato al mondo che potevamo farcela”….

America’s Cup, James Spithill: “I Kiwi erano troppo forti. Spero di esserci ancora con Luna Rossa”

Luna Rossa non è riuscita nell’impresa di conquistare la America’s Cup. L’equipaggio italiano ha tenuto botta contro Team New Zealand fino al 3-3, poi alcuni errori e la proverbiale velocità di Te Rehutai hanno indirizzato la contesa andata in scena nella baia di Auckland. Team Prada Pirelli torna a casa sconfitta per 7-3 e i Kiwi difendono il trofeo sportivo più antico del mondo. Peter Burling e compagni mettono le mani sulla Vecchia Brocca per la quarta volta nella storia del sodalizio neozelandese (i sigilli precedenti arrivarono nel 1995, 2000, 2017), mente l’equipaggio italiano torna purtroppo a casa a mani vuote.

James Spithill, co-timoniere di Luna Rossa insieme a Francesco Bruni, non riesce nella clamorosa rimonta da 3-6 e non ha potuto replicare quanto fatto nel 2013, quando recuperò da 1-8 al timone di Oracle proprio contro i Kiwi. L’australiano ha rilasciato alcune dichiarazioni attraverso i canali ufficiali della formazione tricolore: “Ovviamente non è il risultato che volevamo, oggi siamo andati lì per provare a vincere una gara e per tornare in competizione, ma alla fine della giornata Emirates Team New Zealand era semplicemente troppo forte. A volte sembrava davvero di andare in uno scontro a fuoco armati solo di coltello, abbiamo combattuto più che potevamo ogni giorno. Sono molto orgoglioso del team, sono molto grato a tutti i fan, ai nostri sostenitori, ai nostri familiari, a tutte le persone in Italia”.



Carlo GATTI

Rapallo, 18 Marzo 2021