“PIPPO” PARTIVA DALLA USS CORSICA
Era il famoso bombardiere medio americano
North American B-25 Mitchell
Ne furono costruiti 10.596 esemplari in 31 versioni

La storia del B-25 Mitchell ha inizio nel marzo 1939, quando l’US Army Air Corps emise specifiche per un bombardiere medio capace di trasportare un carico di 1.100 kg per 1.900 km alla velocità di 480 km/h.


A U.S. Army Air Force North American B-25C Mitchell bomber (s/n 41-12823) in volo vicino Inglewood, California (USA)
Il bombardiere medio B-25 Mitchell è un bimotore monoplano ad ala media, carrello retrattile di tipo triciclo anteriore, propulso da due motori raffreddati ad aria.
Alle 7,48 del mattino di domenica 7 dicembre 1941, due ondate da 358 aerei nipponici decollati da sei portaerei, si riversano sulla baia di Pearl Harbor, obiettivo la Flotta navale degli Stati Uniti. Il tutto avviene a tradimento, senza dichiarazione di guerra giapponese, il ché provoca sgomento e accuse d’infamia e segnerà l’ingresso nella Seconda guerra mondiale degli Stati Uniti.
Ammiraglio Giapponese Isoroku Yamamato con riferimento all’attacco di Pearl Harbour disse:
“Temo che tutto ciò che abbiamo fatto sia stato svegliare un gigante addormentato e riempirlo di una terribile determinazione”!
La Storia ci racconta che …
Il 18 aprile 1942 sedici bombardieri B-25 Mitchell furono protagonisti di un’impresa storica/eroica: decollati dalla portaerei americana HORNET riuscirono a bombardare Tokyo per poi atterrare in territorio cinese.
Ne riparleremo a breve…
Il North American B-25 Mitchell rappresenta uno dei bombardieri medi più significativi della Seconda guerra mondiale; un aereo che grazie alla sua versatilità e robustezza riuscì a operare efficacemente in ogni teatro del conflitto.
Introdotto nel 1941 e battezzato in onore del generale di brigata William “Billy” Mitchell, pioniere dell’aviazione militare statunitense, il B-25 fu uno dei velivoli alleati più longevi, rimanendo in servizio anche dopo la fine della guerra, per un totale di quattro decenni di impiego operativo.
La produzione di questo aereo fu impressionante: circa 10.000 esemplari costruiti in numerose varianti, che ne fecero il bombardiere medio americano più prodotto e il terzo bombardiere americano in assoluto per numero di esemplari.

La United States Air Force (abbreviazioni comunemente utilizzate: U.S. Air Force, US Air Force, Air Force, USAF) è l’Aeronautica Militare degli Stati Uniti d’America, parte integrante delle Forze Armate USA. Rappresenta la branca dell’amministrazione militare statunitense.
L’USAF è uno degli otto “servizi in uniforme” ed è nata come Foza Armata Separata e Indipendente dall’Esercito il 18 settembre 1947. Attualmente rappresenta la più grande forza aerea del mondo con oltre 9.000 velivoli in servizio, basi sparse su tutto il globo e circa 329.100 uomini e donne in servizio attivo.
USS CORSICA AIRFIELD COMPLEX
Un capitolo di storia poco conosciuto!
YouTube (in italiano)
https://www.youtube.com/watch?v=NwPSWTyN0kQ
USS (United States Ship), sono le iniziali che precedono i nomi di tutte le navi da guerra della marina americana.
Non c’è mai stata una nave della marina statunitense con il nome Corsica. Quindi, da dove viene il nome USS Corsica?
Come gran parte dell’Europa e tutta la Francia, la Corsica fu occupata durante la Seconda guerra mondiale, ma il 16 settembre 1943 divenne la prima parte della Francia metropolitana a essere liberata. Circa 12.000 partigiani locali, conosciuti come Maquis, scacciarono le forze tedesche e italiane d’occupazione.
Dopo la liberazione, l’isola divenne una base fondamentale per le operazioni dell’aeronautica statunitense. Furono rapidamente costruiti quindici campi d’aviazione, trasformando la Corsica in una sorta di “portaerei terrestre”: da qui, USS CORSICA.
Le piste furono costruite e rese operative in brevissimo tempo da brigate di ingegneria specializzate, create appositamente per questo compito. Molte di queste unità, composte da circa 800 uomini ciascuna, erano formate esclusivamente da afroamericani — a testimonianza della segregazione allora vigente negli Stati Uniti.
La 812ª brigata “nera” arrivò in Corsica dall’Africa alla fine del 1943 e si mise subito al lavoro per costruire gli aeroporti, destinati principalmente ai bombardieri B25 e B26. Tra coloro che prestarono servizio nel 340° gruppo bombardieri vi era un certo Joseph Heller, che sarebbe poi diventato l’autore del romanzo Comma 22 (Catch-22), scritto negli anni ’50 e ispirato proprio alla sua esperienza in Corsica.
B-25J sulla Base aerea di SOLENZARA nel 1944
Qualche anno fa, il Tour de France attraversò varie di queste storiche basi aeree — Figari, Bastia, Ajaccio e Calvi — oggi tutti aeroporti civili, senza dimenticare Solenzara, sulla costa orientale, che rimane un aeroporto militare attivo.
“Oggi restano poche tracce del ruolo svolto dalla Corsica durante la Seconda guerra mondiale; tuttavia, se volete visitare un reperto unico di quell’epoca, perché non fare un’immersione nei pressi di Calvi per vedere il relitto di un bombardiere B17 Flying Fortress, adagiato sul fondo del mare dal 1944?”
LE BASI AMERICANE IN CORSICA
https://www.corse-images-sous-marines.com/copie-de-les-dossiers-les-epaves-sous-marines-corses

In questa cartina sono riportati 10 aeroporti soltanto nella parte orientale dell’Isola da cui partivano i B-25 Mitchell per bombardare ponti, ferrovie e strutture militari italiane in mano ai tedeschi.
Nel golfo del Tigullio, un aereo della USS CORSICA, era conosciuto e temuto col nomignolo: PIPPO (Pippetto), il quale aveva la missione di affondare le motozattere tedesche (ex italiane), che ogni sera partivano dal porto LANGANO di RAPALLO caricate alla marca di armi e viveri destinati al fronte della Garfagnana dove i tedeschi avevano il compito di fermare l’avanzata verso Nord degli Americani sbarcati in Sicilia e ad Anzio.
ALTO – Aeroporto
https://www.forgottenairfields.com/airfield-alto-1279.html
Monuments and Memorials
489 th squadrone Bombardieri Corsica
https://alcpress.org/kaiser/489thbs/memorials/index.html
Dalla Corsica a Framura e a Punta Bianca. Il viaggio senza ritorno di quindici giovani
https://www.cittadellaspezia.com/2022/04/03/dalla-corsica-a-framura-e-a-punta-bianca-il-viaggio-senza-ritorno-di-quindici-giovani-438161/
Les aérodromes de l’USS Corsica Parmi les 17 aérodromes établis, certains étaient préexistants, tandis que d’autres ont été construits par les Américains :
Aérodromes préexistants :
o Ajaccio Campo dell’Oro
o Borgo (Bastia)
o Corte
o Casabianda
o Calvi
o Ghisonaccia-Gare
Aérodromes construits par les Américains :
o Bevinco
o Poretta (Bastia)
o Serragia
o Alto
o Alesani
o Aghione
o Solenzara
o Calvi Sainte Catherine
o Calenzana
o Fiume Secco
Ces aérodromes ont servi de bases pour des missions de bombardement, de reconnaissance et de soutien aux opérations alliées, notamment le débarquement de Provence en août 1944
Unités aériennes et opérations
Plusieurs unités aériennes alliées ont opéré depuis la Corse, dont le 57th Fighter Group de l’US Army Air Forces, composé des escadrons :
• 64th Fighter Squadron “Black Scorpions”
• 65th Fighter Squadron “Fighting Cocks”
• 66th Fighter Squadron “Exterminators”
Korsika Bomber Group

https://www.dansetzer.us/planes_index.htm
North American B-25 Mitchell
Un B-25 Mitchell con insegne USAAF durante una esibizione aerea.

Due B-25 Mitchell ancora in condizione di volo in un recente airshow.
L’incursione Doolittle su Tokyo


Pista cortissima… Decollo al limite!
Un B-25 decolla dal Ponte di Volo della portaerei USS HORNET per attaccare Tokio nel raid organizzato da Jmmy Doolittle
Il B-25 acquisì fama come bombardiere utilizzato nella celebre “incursione Doolittle” del 18 aprile 1942, quando 15 B-25B guidati dal tenente colonnello Jimmy Doolittle attaccarono il Giappone continentale, quattro mesi dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor (un sedicesimo aereo che partecipò fu costretto ad abortire, atterrando in Russia, dove fu inizialmente internato insieme al suo equipaggio).
La missione diede un necessario ristoro al morale degli americani e allarmò i giapponesi, che avevano creduto che le loro isole fossero inviolabili dalle forze nemiche. Sebbene i danni effettivi fossero relativamente lievi, costrinse i giapponesi a dirottare truppe per la difesa interna per il resto della guerra.
IL DECOLLO AL LIMITE….
“Mentre la Hornet virò preparandosi a lanciare i bombardieri che erano stati preparati per il decollo il giorno precedente un vento di più di 40 nodi agitava il mare sollevando onde alte 10 metri, che facevano inclinare la nave e superavano la prua bagnando il ponte di volo e infradiciando le squadre di volo.
L’aereo leader, comandato dal tenente colonnello Doolittle aveva disponibili per il decollo solo 142 metri di ponte di volo, con l’ultimo dei B-25 che sporgeva di coda fuori dal ponte.
Il primo dei bombardieri sincronizzandosi con l’alzarsi e l’abbassarsi della prua si lanciò pesantemente lungo il ponte di volo, fece un giro intorno alla Hornet dopo il decollo e quindi fece rotta per il Giappone. Entro le 09:20 tutti e 16 i bombardieri erano in volo per la prima incursione aerea contro il cuore del Giappone.”
I raiders decollarono dalla portaerei USS HORNET (CV-8) e bombardarono Tokyo e altre quattro città giapponesi.
Quindici dei bombardieri successivamente si schiantarono durante il volo verso i campi di recupero nella Cina orientale.
Le perdite furono dovute all’avvistamento della task force da parte di una nave giapponese, che costrinse i bombardieri a decollare con 270 km di anticipo, all’esaurimento del carburante, alle condizioni di tempesta notturna con visibilità zero e al mancato azionamento degli ausili elettronici di guida alle basi di recupero.
Come detto solo un bombardiere B-25 atterrò intatto, a Vladivostok, dove il suo equipaggio di cinque uomini fu internato e l’aereo confiscato. Degli 80 membri dell’equipaggio, 69 sopravvissero alla loro storica missione e alla fine riuscirono a tornare alle linee americane.

LA GUERRA E’ FINITA: dalla Pista al Museo
B-25J fotografato in un museo dell’Oregon
North American B-25 Mitchell
In cifre …
In onore del generale Billy Mitchell pioniere e forte sostenitore del concetto di difesa aerea nel 1920 e su suggerimento di Lee Atwood, l’USAAC assegnò ufficialmente al velivolo il nome “Mitchell”.
DESCRIZIONE |
|
Tipo |
Bombardiere medio |
Equipaggio |
6 |
Costruttore |
North American |
Data primo volo |
gennaio 1939 |
Utilizzatore principale |
USAAF |
Esemplari |
10.596 in 31 versioni |
Sviluppato dal |
North American XB-21 |
Altre varianti |
North American XB-28 Dragon |
Dimensioni e pesi |
|
Lunghezza |
16,13 m (52 ft 11 in) |
Apertura alare |
20,60 m (67 ft 7 in) |
Altezza |
4,98 m (16 ft 4 in) |
Superficie alare |
56,67 m² (610 ft²) |
Peso a vuoto |
8 855 kg (19 480 lb) |
Peso max al decollo |
15 876 kg (35 000 lb) |
Propulsione |
|
Motore |
2 Wright R-2600-92 Twin Cyclone
|
Potenza |
1 700 hp (1 267 kW) ciascuno |
Prestazioni |
|
Velocità max |
438 km/h (272 mph, 237 kt) a 3 960 m (13 000 ft) |
Velocità di crociera |
370 km/h (230 mph, 200 kt) |
Autonomia |
2 173 km (1 350 mi, 1 174 nmi) |
Tangenza |
7 378 m (24 200 ft) |
Armamento |
|
Mitragliatrici |
2-3 Browning M2calibro .50 in (12,7 mm) |
Cannoni |
un T13E1 calibro 75 mm (2.95 in) |
Bombe |
fino a 1 360 kg (3 000 lb) |
Razzi |
rastrelliere per 8 HVAR da 127 mm (5 in) |
i dati sono estratti da United States Military Aircraft |
|
Progettato per essere un aereo da attacco al suolo ma rivalutato come bombardiere medio, il B-25 fu famoso per il Doolittle Raid sul Giappone e per la sua versatilità, dimostrata anche in Missioni Antinave e pattugliamento.
Sviluppo e Caratteristiche
Versatilità
Inizialmente pensato per l’esportazione, il suo impiego si estese a diverse funzioni, tra cui pattugliamento costiero antinave e missioni di bombardamento.
Ruolo nella guerra
Fu impiegato su tutti i fronti, dimostrando notevole affidabilità e divenendo uno dei migliori bombardieri medi della Seconda Guerra Mondiale.
L’avvio alla produzione
La produzione del B-25 iniziò nel 1939. La base per la prima versione del B-25 era un modello migliorato del NA-62. A causa del grandissimo bisogno di bombardieri medi, non furono costruite versioni sperimentali e tutte le modifiche che si rendevano necessarie venivano fatte direttamente in fase di produzione o, per i modelli già esistenti, in appositi centri.
Il primo gruppo operativo a bordo del B-25 fu il 17th Bomb Group che lo ricevette nella versione A nel 1941.
Fu da questo reparto che vennero scelti i 16 aerei che portarono a termine l’incursione aerea su Tokyo il 18 aprile 1942.
Impiego operativo
Dopo un certo numero di modifiche, tra cui motori migliori, migliore visibilità per il navigatore, maggior armamento nel muso ed equipaggiamenti antighiaccio, il B-25C fu consegnato all’esercito: fu la prima produzione di massa per questo velivolo. Furono inoltre introdotte anche le torrette servocomandate dorsali e ventrali per migliorare la difesa dei settori più vulnerabili, l’autopilota e rastrelliere subalari: era anche possibile trasportare un siluro.
Il Mitchell era un aereo sicuro e facile da pilotare: con un motore fuori uso, era possibile virare di 60º in quella direzione ed era facile mantenere il controllo sotto i 230 km/h.
Inoltre il carrello d’atterraggio triciclo permetteva un’eccellente visibilità durante la fase di rullaggio. Era un aereo incredibilmente robusto:
un B-25C del 321st Bomb Group fu soprannominato “Patches” perché l’equipaggio aveva dipinto tutti i buchi provocati dalla contraerea con zinco cromato; alla fine della guerra l’aereo aveva completato 300 missioni, era atterrato senza carrello sei volte ed ebbe circa 400 fori nella fusoliera.
Il più grande difetto del B-25 era l’elevata rumorosità, tanto che parecchi dei piloti con molte ore di volo subirono danni all’apparato uditivo.
Il Mitchell operò su tutti i fronti del conflitto: da quello del Pacifico, in cui si rivelò un’arma fondamentale, a quello Europeo, dove, a partire dallo sbarco anglo-americano in Algeria, Marocco, CORSICA sganciò complessivamente circa 84.980 tonnellate di bombe e abbatté 193 aerei nemici, compiendo circa 63.177 missioni.
Servizio e Azioni Notevoli
Doolittle Raid: Fu una delle sue azioni più celebri. il primo attacco americano sul Giappone, che vide l’impiego di B-25.
Impiego Alleato:
Oltre all’USAAF, il B-25 fu utilizzato da diverse forze aeree alleate, tra cui la Royal Air Force (RAF), l’Unione Sovietica e l’Australia.
Esempi di impiego operativo:
La sua versatilità è testimoniata dal suo impiego in Europa, nel Pacifico e in altre aree operative, come l’Australia e la Cina.
Dopo la Guerra
Lunga carriera:
Molti B-25 rimasero in servizio per decenni dopo la fine della guerra, dimostrando la loro longevità.
Reparti che impiegarono il B-25
-
310th Bomb Group (Mediterraneo)
-
321st Bomb Group (Mediterraneo)
-
340th Bomb Group (Mediterraneo)
Medio Oriente e Italia
I primi B-25 arrivarono in Egitto e stavano conducendo operazioni indipendenti entro ottobre 1942. Le operazioni contro gli aeroporti dell’Asse e le colonne di veicoli motorizzati supportarono le azioni di terra della Seconda Battaglia di El Alamein. Successivamente, l’aereo partecipò al resto della campagna in Nord Africa, all’invasione della Sicilia e all’avanzata su per l’Italia.
Nello Stretto di Messina fino al Mar Egeo, il B-25 condusse pattugliamenti marittimi come parte delle forze aeree costiere. In Italia, il B-25 fu utilizzato nel ruolo di attacco al suolo, concentrandosi su attacchi contro collegamenti stradali e ferroviari in Italia, Austria e nei Balcani.
Il B-25 aveva un raggio d’azione più lungo rispetto ai bombardieri: Douglas/A-20-Havoc e Douglad/A-26 Invader permettendogli di raggiungere più in profondità l’Europa occupata. I cinque gruppi di bombardamento – 20 squadroni – della Nona e Dodicesima Forza Aerea che utilizzarono il B-25 nel Teatro di Operazioni del Mediterraneo furono le uniche unità statunitensi ad impiegare il B-25 in Europa.
Carlo GATTI
Rapallo, 14 Ottobre 2025



