RICORDO DI MARCO LOCCI

PITTORE DI MARINA


Il 5 maggio 2015 é mancato Marco Locci, grande pittore di marina, amico di molti soci di MARE NOSTRUM RAPALLO, con cui ha collaborato per quasi vent’anni con mostre personali, sempre dedicate alle navi. In questi anni Marco aveva superato momenti difficili a causa della salute un po’ ballerina, ma anche quest’anno, come faceva da sempre in questo periodo, ha invitato tutti i suoi amici a S.Massimo per una giornata di ricordi e cibo del suo orto. Marco era una “persona speciale” in tutto ciò che faceva: viveva e lavorava da artista. Aveva le sue regole e per chi non lo conosceva a volte  sembrava scomodo e scorbutico, ma era soltanto Marco Locci, un uomo che non sapeva nuotare, ma era un autentico uomo di mare. Parlava di qualsiasi nave del passato e del presente come se ne fosse stato il capitano oppure il nostromo. Aveva un profondo rispetto per le navi e le trattava come persone, con la loro personalità e fisionomia. Donava loro il fascino che si erano meritate in mare e le arricchiva di quella atmosfera fumosa tipica dei porti molto trafficati che lui non aveva mai visto, ma che aveva immaginato da grande lettore e cultore di letteratura e storia marinara. Marco ha illustrato molti libri e ha anche vagato in spazi “non navali” (il mondo dei Patanchi) per poi ritornare sempre al suo vecchio amore “marinaro”.

 

Marco lascerà un vuoto artistico-culturale non solo a Rapallo e in Italia, ma per un ampio raggio che si estende da Dubai a New York dove per anni ha spedito quadri per Mostre a lui dedicate. L’ultima fu quella dedicata ai festeggiamenti del REX del 2013.

 

Forse qualcuno l’ha detto prima di me, non lo so, ma ci sono persone che mancano più da morte che da vive! Marco appartiene a questo ristretta categoria, ma questo concetto merita forse un chiarimento: fino a poco tempo fa lo immaginavo ritirato nel suo laboratorio ed  ero sicuro che fosse lì. Oggi mi manca perché la mia immaginazione é bloccata tra il sapere che se n’é andato per sempre e la delusione che provo nel guardare i suoi quadri che oggi sono velati di tristezza, come se avessero perso significato e persino l’autore. Ma non é così! Marco continuerà a vivere in noi con le sue opere, a navigare con noi, ad approdare in porti fumosi d’oltreoceano in cui il suo spirito si esaltava nel ricordare, a suo modo, i capitoli dell’emigrazione dei nostri avi e la grande evoluzione tecnica navale di cui amava soprattutto l’architettura.

 

Mi piace ricordare Marco chino a disegnare il suo porto di Genova, trafficato di bettoline, bunkerine, rimorchiatori e pilotine, un mondo tramontato con le sue cornici di navi passeggeri ormeggiate ai piedi delle colline verdi battute dalla tramontana. Ricordo in particolare il periodo in cui Marco amava disegnare con lo sfondo musicale di Andreas Wollenweider. Erano i tempi in cui rifuggiva il mondo e lo guardava dal suo “rifugio” di Sallutio in Toscana.

 

Marco, pur essendo ben piantato con i piedi per terra, amava veramente la natura, e la viveva nel suo modo “fantastico” da artista vero: navi che navigavano ed altre che volavano, personaggi inventati come i Patanchi e carrette piene di ruggine che esprimevano viaggi duri e sofferenti. Marco poteva essere anche uno scrittore, un poeta oppure un artista in un campo qualsiasi dell’arte.

 

Marco arrivò alla tesi di architettura rinunciando alla laurea per inseguire i suoi sogni. Ebbe un coraggio enorme! Fece il corniciaio per molti anni e dipingeva navi per passione. Quando fece la prima “esplosiva esposizione” continuò il suo lavoro con la modestia di sempre e, solo dopo una decina di anni divenne (soltanto) pittore di marina, come se altri l’avessero spinto in quella direzione. Marco non era credente ma amava il mondo, consapevole che solo un Supremo Pittore e Architetto (Dio) poteva concepirlo. Sicuramente non era credente verso tutto ciò che fu costruito ABUSIVAMENTE intorno alla Chiesa. Quel rifiuto così ostinato lo ebbe anche verso la società, la politica ed il deterioramento dei rapporti umani inficiati dal materialismo, egoismo e bassezza d’animo in generale. Marco amava la pittura, la musica e i buoni libri. La musica era l’aria che respirava e la sua casa era impregnata di magia. Cuoco eccezionale, conosceva i segreti più intimi della terra e dei suoi frutti. Amava la buona cucina e i vini genuini, ma era l’arte di proporre i suoi piatti e la condivisione con i pochi Amici a dare sacralità agli incontri.

 

 

Carlo Gatti

 

Seguono alcune e-mail dei soci di Mare Nostrum – Rapallo

–  Carissimi Amici di Mare Nostrum Rapallo,

 

Ho appreso stamattina della triste notizia di cui ci ha reso partecipi Carlo e, conoscendo Marco Locci da molti anni, sono davvero dispiaciuto e rattristato.

 

Non avevamo avuto molte occasioni d’incontro, ma sapere che lui “c’era” (e tantissime volte è stato presente in maniera fattiva nell’organizzazione di “Mare Nostrum”) era sicuramente un elemento positivo e rassicurante.

 

Inoltre, alcuni anni fa, gli avevo commissionato due quadri di navi a me molto care, che aveva dipinto con le sue consuete maestria e precisione, per non parlare di quel “tocco d’artista” unico e irripetibile che continuerà sempre a vivere in tutte le sue opere che abbiamo apprezzato e continueremo ad apprezzare.

 

Ricordo in particolare quando, nell’ormai lontano 1998, andai a San Massimo per dargli alcune indicazioni per il primo di questi quadri, e rimasi estasiato delle numerose opere terminate o in lavorazione presenti un po’ dappertutto nella sua casa.

 

Come tutti gli artisti di vaglia, Marco Locci continuerà vivere nelle sue opere, e noi – suoi amici “navali” – conserveremo di lui un ricordo che è difficile descrivere a parole.

 

Grazie, Marco, per quanto di  artistico – e di umano – ci hai saputo donare.

 

Dott. Maurizio Brescia

 

–  Carissimi Carlo ed Amici di Mare Nostrum, la scomparsa di un Artista è come la Luce intermittente di un Faro: indispensabile per guidare la navigazione nelle tenebre. Sentite condoglianze ai Famigliari di Marco Locci da parte di

 

Comandante Nunzio Catena  e Prof. Gabriele Moro

 

Cari Amici,

 

–  Non ho avuto il piacere di conoscere il povero Marco, ma da come ne parla Carlo, era veramente una “persona speciale”.

 

Mi sento di porgere alla famiglia le mie sentite condoglianze.

 

Cari saluti,

 

Comandante Mario Terenzio Palombo

 

 

Caro Carlo,

 

–  Ho appreso con grande tristezza la notizia che ci hai comunicato.

 

Certamente tu sei la persona che più di tutti noi lo ha conosciuto, frequentato e apprezzato come uomo e artista.

 

Per questo ti sono vicino e mi dispiace non essere presente per l’ultimo saluto a Marco, che certamente ricorderemo ogni volta che vedremo le sue opere.

 

Con affetto,

 

Comandante Roberto Donati e Proff.ssa Aurelita Persi

 

 

** Si uniscono a noi nel ricordare Marco:  Pino e Gunilla Lebano che erano AMICI molto stretti di Marco e naturalmente John, Manuela, Scipione, Hanna-Karen, Romina, Ettore e tutti gli undici nipoti.

 

 

Il contributo di Ernani Andreatta

 

–  Partecipo come tutti al dolore della famiglia per la scomparsa di Marco Locci che ho conosciuto poco ma apprezzato molto. In suo ricordo invio un suo quadro che mi dipinse e che riguardava il varo nel lontano 1906 del Brigantino

Goletta CARLO nel mare degli Scogli a Chiavari. Lo stesso veliero è anche nella foto preso dal Libro Chiavari Marinara.

Non solo, nel 2013 Amedeo Devoto rappresentò i velieri CARLO e il GIGINO mentre salvavano migliaia di “emigranti illegali” salvati dallo sterminio nazista. Questi due grandi artisti: Marco Locci e Amedeo Devoto pertanto sono uniti da un veliero storicamente importante, il CARLO appunto, che rappresentarono entrambi in diversi periodi della loro vita terrena.

Anche il materiale a seguire é stato inviato dal com.te E.Andreatta

 

Le tappe terrene di MARCO LOCCI

Nasce a Genova nel 1951

Allievo della facoltà di architettura di Genova, inizia l’attività artistica aderendo ai fermenti della cultura visiva, e non, dei primi anni settanta.

Fonda il gruppo MILOTO, particolarmente interessato ai rapporti tra fotografia e pittura.

Nel 1969 inizia ad esporre a Genova.

 

PRINCIPALI MOSTRE:

 

1976 “Ipotesi di volo” al Crippa Art Centre S. Margherita Ligure

1977 “Dalle parole ai fatti” Galleria Civica d’Arte Moderna Castello di Portofino.

1978 Prosegue l’attività con il gruppo della galleria “Cenobio Visualità” Milano

1979 Inizia “Storie dal paese dei Patanchi” creando un mondo che esplora sino ad oggi

1980 Inizia ad esporre annualmente all’antico Castello sul mare di Rapallo

opere a tema marinaro

1994 Interventi alla cava “La piana” a Carrara. Espone “Balenavela” per

“Paraxo” in una mostra su Thor Heyerdahl

1995 “Dipingere l’aria del grande cielo” Chiesa di S. Francesco a Chiavari

1996 “Minotauro, Prometeo Ulisse”, Andora

1998 “Marco Locci anche pittore di navi” Chiavari Galleria Busi

2000 “Storie dal paese dei Patanchi” Gallerie “Il Bostrico” Albissola Marina

2001 “Esercizi di stile” La Spezia Palazzina delle Arti

“Il santuario dei Cetacei” San Fruttuoso di Camogli

“Marco Locci fa il draghetto” Galleria Cristina Busi di Chiavari

2002 “… e del navigar mi è meraviglia” Galleria il Bostrico Albissola

La Via dell’Arte “Il ponte sulle nuvole”

2003 Mostra dedicata ai piloti navali a Genova

Mostra internazionale dei Cartoonist di Rapallo

2004 “Patanchi”, Museo Nazionale dell’Antartide, Genova

2005 “Marco Locci”, L’atelier d’Emmnuelle, Liegi, Belgio

“Il Lungo Orizzonte”, Galleria Cristina Busi, Chiavari

2006 “Mare Nostrum” mostra al Castello sul transatlantico Andrea Doria

2007 “Mare Nostrum” mostra al Castello l’Apparizione della Madonna di Montallegro

2008 “Esposizione presso il museo Luzzati dall’Oblò a Genova

“ Svolge un corso di elaborazione con la carta presso la Comunità Montana Ingauna”

“Presentazione ed istallazione in piazza ad Albenga di un albero eseguito in carta”

…. Sempre in quegli anni prende forma l’epopea dei Patanchi, immaginario popolo lillipuziano che affolla, come un esercito di nere formiche, tavole e tavole di una mitologia personale colma di meraviglia e di sorridente ironia. Locci descrive l’universo dei Patanchi con la minuzia di un etnografo dell’Ottocento sbarcato su un’isola remota oltre l’orizzonte. Questo gusto del viaggio per mare, e attraverso le insidie e l’incanto del mare, a partire dagli anni Ottanta dominerà la pittura di Locci. Le navi diventano protagoniste, anzi, il pittore diventa “ritrattista” di navi, personaggi che con carni di legno e di acciaio solcano il mare oscuro. Spavalde e fragili. Sole come tutti noi.

Perso per mare” è il titolo che Marco Locci aveva scelto per la Mostra appena inaugurata alla galleria Busi di Chiavari. Cristina Busi conosceva Locci da almeno venticinque anni: «Fummo presentati da Claudio Costa: Marco aveva esposto nell’ex chiesa di San Francesco un’enorme balena di legno. Stava sospesa in mezzo alla navata. Fu così che imparai a conoscere il suo gusto per il fantastico, il suo senso della magia. In galleria, senza contare le mostre collettive cui partecipava sempre, allestimmo almeno cinque personali: una si intitolava: “Locci, pittore non solo di navi”. C’erano tante invenzioni colme di umorismo surreale. Ricordo una cassettina di legno piena di rimasugli di gomma per cancellare: “La polvere degli errori”. Non riesco a credere che lui se ne sia andato». La mostra non chiude, il desiderio della famiglia di Locci è che la rassegna, che raccoglie opere di diverse stagioni creative, continui a essere visitabile. Sandra, moglie dell’artista, ha spiegato a Cristina che lui avrebbe preferito così.

A San Massimo, intanto, non smette di piangere Fausto Oneto, U Giancu, titolare del famoso Ristorante dei Fumetti, amico fraterno di Locci. Quando ha sentito l’ambulanza, Fausto è sceso subito a casa di Marco e Sandra: «Era il mio migliore amico, il più grande, una persona bellissima, un artista straordinario. Le nostre famiglie si frequentano da sempre e con lui ho passato tanti bellissimi momenti e ho condiviso tante passioni, come la musica di Tom Waits, la pittura di Rothko… fu Marco a farmeli conoscere. Qualche giorno fa ero passato da lui, dovevo fotografare alcune sue opere per una pubblicazione, la serie dei transatlantici, ma Marco era tutto preso dal suo giardino, non parlava d’altro. Adorava il suo giardino, che era disordinatissimo, quasi selvaggio. “Guarda la mia rosa bianca”, mi diceva. Era così orgoglioso del suo roseto. Vorrei che le sue ceneri riposassero proprio lì, sotto quella bellissima rosa bianca».

 

ALBUM FOTOGRAFICO

Il 5 maggio 2015 Marco é salito a bordo per l’ultimo viaggio, il più misterioso, senza nemmeno avere il tempo per preparare il suo baule da marinaio. Così, all’improvviso, tradito da un insulto cardiaco nella sua casa di San Massimo, l’altra notte se ne è andato Marco Locci, pittore di navi e non solo.

Marco Locci nel suo “eremo” di San Massimo (Rapallo)

L’ultima Mostra di Marco Locci

“PERSO PER MARE”: MOSTRA DI MARCO LOCCI ALLA GALLERIA “CRISTINA BUSI”

MOSTRA: MARCO LOCCI “perso per mare”
LUOGO: Galleria Cristina Busi – Chiavari
DATA: Dal 18 Aprile al 17 Maggio 2015
orario di apertura dal martedì al venerdì 16.00/19.30; sabato e domenica 10.00/12.00 e 16.00/19.30; chiuso l’intera giornata del lunedì
INAUGURAZIONE: Sabato 18 Aprile ore 17

 

Marco Locci nasce a Genova nel 1951, vive e lavora a Rapallo.
Allievo della facoltà di architettura di Genova, inizia l’attività artistica aderendo ai fermenti della cultura visiva e non, dei primi anni ’70.

 

Marco Locci perso per mare.
Marco Locci non sa nuotare molto bene ma i suoi occhi si. Galleggiando tra le barbe grigie di Capo Horn e i suoi dolci flutti del mediterraneo osservano.
Le albe e i tramonti si rincorrono e gli occhi cercano di mettere ordine nella sequenza delle immagini testimonianza dell’eternità del tempo.
Sono le onde, gli spruzzi nel loro continuo inseguirsi che scandiscono il sapere che l’acqua ci trasmette. Così come i porti ci fanno riposare finché non riprendiamo il vagabondare e vediamo il sole, la luna, le navi volanti, i mostri, i promontori, le balene, le vele all’orizzonte come bianchi icebergs sino a che il mare torna a stendersi come si stendeva cinquemila anni fa.

 

Mare, cielo e navi sono i personaggi principali di racconti fantastici, metafore di una memoria storica personale.

Questa mostra è una raccolta di immagini che vanno dal 1992 ad oggi. Vari periodi e vari modi di affrontare la narrazione, varie idee collegate dal filo blu del mare, che diventa interprete e testimone silenzioso delle nostre azioni e col suo ipnotico movimento ci riflette e fa riflettere.

 

Marco Locci, Cento, acrilico su tela.

Il 14 Marzo 2014 ricorre il Centenario dalla fondazione della Società di Calcio AC Entella Chiavari.

La MAURETANIA  a New York

Genova – Transatlantici della N.G.I – a Ponte dei Mille

REX a New York – Manovra sotto la spinta dei rimorchiatori MORAN

NORMANDIE in evoluzione

L’ ELETTRA di Guglielmo Marconi all’ancora a Genova

Le navi degli emigranti

Il Porto Vecchio di Genova negli Anni ‘50

Genova Vecchia – Le Terrazze di marmo – 1875

… mentre tutti i cittadini sono occupati dalle compere nessuno si accorge che il povero vecchio….

“Il lungorizzonte” con le opere del pittore Marco Locci, artista attento e poliedrico che da anni porta avanti una profonda riflessione sul paesaggio marino.

 

Locci costruisce una storia fatta di miraggi e visioni fantastiche, oniriche ed a volte ironiche. Saranno presenti anche altri lavori di Locci, dalle famose navi alle fantastiche “Storie dal Paese dei Patanchi”, fino alle recenti sculture, che fanno di Marco Locci un artista completo, dalle innumerevoli ed inaspettate sfaccettature.

 

La nave invisibile (dipinto acrilico su carta)

 

 

La Costa Concordia,  ultimo “sguardo” al Tigullio

 

MARCO LOCCI e i Piloti

Nella copertina di questo volume, il pittore Marco LOCCI ha raffigurato il gesto eroico del pilota genovese Giancarlo Cerruti durante l’incendio, l’esplosione e l’affondamento della petroliera cipriota HAVEN, avvenuto l’11 aprile 1991 davanti ad Arenzano.

“…In un attimo pezzi di lamiera incandescente vennero scagliati come palle di fuoco, con traiettorie orizzontali e velocissime a pochi metri dalla pilotina e siamo riusciti a raccogliere diciotto naugraghi.”

Marco Locci aveva dedicato anni di collaborazione ai Piloti del Porto di Genova con bozzetti, quadri, disegni di crest, medaglie, mostre ecc… conosceva molto bene l’ambiente ed il lavoro di ormeggio e disormeggio delle navi. Quando fui incaricato dalla Federazione dei Piloti Porti Italiani di scrivere il libro: GENOVA: STORIE DI NAVI E DI SALVATAGGI

 

(Edizione bilingue: Italiano-Inglese) – Nuova Editrice Genovese

 

Marco Locci decise di seguirmi in quell’avventura ed illustrò con molti suoi dipinti quel libro che fu subito scelto per la diffusione in Europa di “Genova Città della Cultura-2004”.

La pubblicazione di questo volume avvenne in occasione del 37° GENERAL MEETING EMPA (European Maritime Pilot Association), durante il quale fu celebrato, allo STAR HOTEL di Genova, il 40° di vita dell’Associazione dei Piloti Europei. Proprio in quell’occasione, io allestii una mostra fotografica sugli ultimi 200 anni di storia dei piloti e, sullo stesso argomento, Marco allestì una Mostra di quadri dedicati  alla storia delle Pilotine genovesi, britanniche e americane. Marco ebbe un successo strepitoso e insieme fummo invitati a proporre la stessa Mostra in una successiva importante occasione a Roma presso l’Hotel Parco dei Principi.

 

Su quel libro scrissi nei Ringraziamenti:

MARCO LOCCI, strano a dirsi, non é uomo di mare, ma un autore che ha navigato in tutti gli oceani dell’arte figurativa. Tuttavia chi lo conosce ed ora sono in molti, non riesce idealmente a separarlo dallo scenario popolato di velieri, transatlantici, gabbiani e “patanchi” che si muovono con tanta eleganza tra i suoi cieli accesi e onde cariche di vita ed energia.

 

MARCO LOCCI vive sul mare e pensa in modo marinaro, inconsapevole forse, della gioia che ci dà ogni volta che ci caliamo nella scia delle sue navi, o quando ci perdiamo tra le luci e le ombre di quei vellacci gonfi di vento in un tramonto intensamente ligustico. Dello stereotipo marinaro, a quest’originale artista manca soltanto la manualità del vecchio nostromo che riesce, con una cima in mano, a risolvere tutti i problemi in una coperta in manovra, ma di contro, egli sa cogliere, con poche pennellate, la spiritualità, la sacralità e l’immensità di quel vecchio mondo nel quale i vivi ed i morti sono così vicini da sembrare già uniti nell’eternità. A questo grande artista porgiamo un particolare ringraziamento per essersi unito a noi in questo lavoro ed averlo illustrato e tratteggiato con una parte emblematica delle sue opere.

 

Ciao MARCO, grazie per quel che ci hai donato!

 

 

Carlo GATTI

 

Rapallo, 28 Maggio 2015