LO STRETTO DI GIBILTERRA

 

Gibilterra era considerata, dagli antichi greci e romani, uno dei punti che delimitavano la terra conosciuta. Il mito vuole che sia stato il semidio Ercole a porre due Colonne ai lati dello Stretto di Gibilterra, tra i promontori di Calpe, ovvero la Spagna, e di Abila, l’Africa. Questo è il motivo per cui ancora oggi, simbolicamente, lo stretto è noto anche come Colonne d’Ercole.

 

 

Gibilterra – Il moderno monumento simbolico delle Colonne d’Ercole al Cancello degli Ebrei.

Una delle Colonne d’Ercole, deve il suo nome attuale alla corruzione del toponimo arabo Jabal Ţāriq (جبل طارق, ossia Monte di Tariq), così chiamato in omaggio a Tariq ibn Ziyad, il condottiero berbero che conquistò la Spagna nel 711. Complice l’altezza della Rocca, ben 426 mt di altezza a strapiombo sul mare, essa era una delle colonne d’Ercole

 

LA ROCCA  E  JABEL MUSA

LE DUE COLONNE D’ERCOLE

Nelle due immagini sotto

 

 

 

Il Jebel Musa visto dalla costa spagnola

Tra Spagna e Marocco

 

Abitata e conquistata nel corso dei secoli da una miriade di popoli, Gibilterra era interessante per la sua posizione indubbiamente strategica. Dai fenici ai greci, dai vandali ai goti visigoti… poi gli arabi ed i berberi, a cui fu definitivamente strappata dai cattolici spagnoli e portoghesi.
La conquista anglo-olandese avvenne all’inizio del 1700, durante la guerra di Secessione spagnola, e furono vani i tentativi spagnoli di riappropriarsi del territorio negli anni successivi.
Con il trattato di Utrecht (1713) prima e con quello di Siviglia (1729) poi, venne sancita l’appartenenza alla corona Inglese.

Oggi Gibilterra è una stretta lingua di 6 km che parte dalla punta meridionale della provincia di Cadice, con la città di Linea de la Conception. Nota per essere stata spesso linea di confine, appunto, per il commercio di merci e materiali provenienti dalla Spagna si butta poi nel Mar Mediterraneo, sullo stretto che da essa prende il nome.

 

 

VARIAZIONE DEL CONFINE TRA REGNO UNITO E SPAGNA

 

 

PUNTA EUROPA

 

 

 

A livello amministrativo Gibilterra non è territorio spagnolo, ma geograficamente rappresenta la penisola orientale che chiude il golfo d’Algeciras. Questo territorio, che conferisce il nome allo stretto che delimita il Mar Mediterraneo dall’Oceano Atlantico, rappresenta l’unico enclave britannico nella penisola Iberica. Un luogo unico ed affascinante, una lingua di terra dalla tradizione britannica nel profondo sud europeo, a pochi chilometri dalla costa del Marocco.

 

 

 

ANDALUSIA

 

Chi scrive ha compiuto anni fa il TOUR dell’Andalusia (viaggio organizzato con guide specializzate. Arrivo e partenza da Malaga). Una delle mete era proprio Gibilterra.

 

Attraversata la dogana che separa Gibilterra da La Linea de Concepción (ultimo paese d’Andalusia in Provincia di Cadice prima della frontiera), il territorio britannico offre sostanzialmente due principali attrazioni turistiche: la cittadina ed il parco naturale del promontorio. Per raggiungere l’abitato occorre attraversare la pista d’atterraggio dell’aeroporto locale. La pista è tuttora attiva con vari voli al giorno. Quando la pista è in uso viene bloccato il traffico e bisognerà aspettare.

 

LA GIBILTERRA INGLESE

Oggi i 33 mila abitanti di Gibilterra si considerano a tutti gli effetti inglesi.
Votarono negli anni 90 contro la proposta di spartire la sovranità del loro territorio tra Spagna ed Inghilterra mentre di recente si sono schierati a netto sfavore della Brexit.

L’uscita dall’UE significherebbe il ritorno alla chiusura della frontiera con conseguente difficoltà di accesso per le migliaia di lavoratori spagnoli, proprietari inglesi e delle tante merci necessarie per l’economia del territorio. Un ritorno alle origini che potrebbe essere superato solamente con la riapertura della questione sulla sovranità condivisa ed il necessario assoggettamento alle richieste del governo spagnolo.

 

VARCHIAMO I CONFINI

Appena entrati a Gibilterra si ha l’impressione di essere catapultati in terra anglosassone. Tutto cambia: i cartelli, le strade, le automobili, perfino i cestini della spazzatura. Tutto ricorda l’Inghilterra, tranne la guida che, per fortuna, rimane identica a quella spagnola. Addirittura una cabina telefonica tipicamente londinese svetta a metà di un incrocio.

 

 

 

 

Passata la frontiera e mostrato il documento d’identità, la strada principale taglia completamente a metà la pista dell’aeroporto. Pensate che, come per il passaggio di un treno, ci sono delle sbarre a bloccare il passaggio delle auto ogni volta che un aereo deve atterrare o partire. Spettacolare…

 

LA LINGUA DI GIBILTERRA

Il centro della città è in sostanza composto da una via fatta di negozi e pub, dove gustare fish and chips e beer anglosassone. I televisori trasmettono notizie e partite di calcio inglese.
I gibilterrini hanno come lingua principale l’inglese anche se molti usano lo Llanito, dialetto creolo locale, che è un mix di inglese e spagnolo, una piccolissima parte di portoghese, italiano (genovese), maltese ed ebraico. Questo dialetto è parlato da tutti i cittadini come prima lingua parlata.

Curiosità: Il dialetto genovese venne importato da una consistente colonia di liguri trasferitisi qui a metà del ‘700 e che per un lungo periodo hanno costituito quasi la metà della popolazione.

 

 

IL FARO DI PUNTA EUROPA

 

Il suo faro viene erroneamente considerato il più basso d’Europa sul Mediterraneo mentre è soltanto il più meridionale di proprietà Inglese. Nelle giornate più limpide è facile vedere la costa africana e gli edifici della cittadina di Ceuta.

 

 

Il braccio di mare che divide Europa e Africa è il più iconico della storia: qui sorgevano le Colonne d’Ercole che indicavano il limite estremo, da non valicare, del mondo conosciuto, con la fatidica scritta “non plus ultra” (non più oltre). Secondo Platone al di là della Rocca di Gibilterra si trovava il regno di Atlantide, secondo Dante il monte del Purgatorio, ma le Colonne simboleggiavano anche i limiti stessi della conoscenza umana. Navigare nei 14 chilometri che uniscono Mediterraneo e Atlantico significa immergersi in suggestioni culturali fortissime, esaltate dalla visione della Rocca e delle verdi coste dei due continenti.

 

Dal punto di vista Commerciale:

 

 

Attraverso lo Stretto di Gibilterra transitano circa 100.000 navi all’anno, molte di più rispetto al Canale di Suez, ma dal punto di vista del valore commerciale è quest’ultimo ad avere un traffico più consistente. Se prendiamo a riferimento il movimento di contenitori nel Mediterraneo e nel Mar Nero, pari a 62 milioni di TEU, oltre il 70% dipende dal Canale di Suez e solo il 30% è generato dagli scambi tra i Paesi dell’area euro-mediterranea e tra questa e il Nord America. Da uno studio di Assoporti del 2018 si ricava che il traffico merci (espresso in tonnellate) che transita in entrambe le direzioni per il Canale di Suez e ha per origine e destinazione il Nord Europa e l’America del Nord è pari al 36% del totale. In questo senso il transito attraverso il Canale di Gibilterra è secondo rispetto a quello di Suez.

Sul canale di Gibilterra, tuttavia, c’è oggi molto interesse: lo sviluppo del porto di Tanger Med, con la sua piattaforma logistica e industriale, ha rilanciato il vecchio progetto di connettere l’Africa con l’Europa attraversando il canale mediante un tunnel sottomarino lungo 40 Km.

 

 

Dal punto di vista Geopolitico:

Segnalo la rivista Italiana di Geopolitica LIMES:

 

La Rocca, britannica dal 1713, è lo Stretto dove la cooperazione fra Londra e Washington si esprime al massimo grado. Decisiva per la Global Britain. La crescente influenza cinese in Nordafrica e l’ascesa di Tanger-Med, presto primo porto mediterraneo.

di Alberto de Sanctis

Pubblicato inGERARCHIA DELLE ONDE – n°7 – 2019

GIBILTERRAMARIMEDITERRANEOREGNO UNITOUSABASI USACINASCONTRO USA-CINA

  1. Lo stretto di Gibilterra è uno dei principali colli di bottiglia del sistema globale dei traffici via mare.

Questo angusto passaggio compresso fra le propaggini rocciose dei continenti europeo e africano si protende per circa 36 miglia nautiche in senso longitudinale e misura appena 8 miglia nel suo tratto più stretto, fra Punta Tarifa in Spagna e Punta Cires in Marocco. Il suo accesso orientale dal Mediterraneo, fra Gibilterra e Ceuta, è largo 14 miglia mentre quello occidentale, fra i capi Trafalgar e Spartel, raggiunge un’ampiezza quasi doppia: circa 27 miglia.

Il valore geostrategico di Gibilterra è fuori discussione.

A GIBILTERRA, CHIAVE DEL DOMINIO ANGLOAMERICANO, ORA SPUNTA LA CINA

 

 

Dirigiamoci ora verso il mar Mediterraneo dove dovremo attraversare uno stretto marittimo storicamente importante, quello di Gibilterra.

 

Fonte: OCEAN FOR FUTURE

 

 

Traffico Navale nello stretto di Gibilterra

Lo stretto di Gibilterra

Dopo una lunga traversata oceanica si arriva nello stretto naturale di Gibilterra, da sempre passaggio obbligato per entrare nel mare nostrum. Geograficamente ha una sua particolarità: è delimitato a nord dall’estremità meridionale della penisola iberica ed a sud da Ceuta, un territorio spagnolo situato nella parte più settentrionale del Marocco. Ciononostante lo stretto prende il nome dal promontorio di Gibilterra, attualmente possedimento del Regno Unito, che si trova all’imboccatura orientale dello stretto. Ma ha anche una caratteristica oceanografica interessante, che lo fa essere uno stretto e non un canale: la soglia di Gibilterra, un rilievo sottomarino frapposto fra la Penisola iberica e l’Africa. 

 

 

Come ricorderete una via marittima può essere definita stretto quando le masse d’acqua, da una parte e dall’altra, hanno caratteristiche differenti. Questo è il caso della soglia di Gibilterra. La sua presenza assume particolare importanza per la circolazione perché condiziona sia il volume delle masse d’acqua scambiate fra l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo, sia il regime delle correnti marine che attraversano lo Stretto.

Innanzitutto, grazie ad un clima prevalentemente caldo e secco, le acque del mar Mediterraneo, subendo una maggiore evaporazione hanno una salinità maggiore di quella delle fredde acque atlantiche. Essendo più dense e pesanti le acque mediterranee in uscita vengono spinte verso il fondo dell’Atlantico e vengono rimpiazzate da acque superficiali più “dolci” e meno dense, provenienti dall’oceano. Si vengono quindi a creare due correnti che si muovono con verso opposto a quote differenti, sottoposte sia alle variazioni periodiche causate dalla marea (che condiziona le differenti altezze del livello del mare nel Mediterraneo e nell’Atlantico) sia dalle stagioni.

 

 

La presenza della soglia, impedendo alle più fredde acque profonde dell’Atlantico di entrare nel Mediterraneo, giustifica il fatto che le acque profonde del Mediterraneo si mantengono in profondità ad una temperatura costante di 12-13 °C per tutto l’anno. Non ultimo, le due masse d’acqua tendono a mescolarsi con una certa difficoltà per cui il ricambio delle acque interne del Mediterraneo è piuttosto lento. 

Lo Stretto di Gibilterra, famoso anche nell’antichità (quando veniva identificato con le colonne d’Ercole, il limite estremo del mondo conosciuto) è lungo in senso longitudinale circa 36 miglia nautiche e misura appena 8 miglia nel suo tratto più stretto, fra Punta Tarifa in Spagna e Punta Cires in Marocco. Il suo accesso orientale dal Mediterraneo, fra Gibilterra e Ceuta, è largo 14 miglia mentre quello occidentale, fra i capi Trafalgar e Spartel, raggiunge un’ampiezza quasi doppia: circa 27 miglia. Essendo l’unica via occidentale di ingresso nel Mediterraneo è ovviamente molto trafficato; ad esempio, nel 2018, lo stretto è stato percorso da un flusso navale di oltre 84 mila imbarcazioni (circa cinque volte quello di Suez).

Geo-politicamente, il rischio di un suo blocco sarebbe poco fattibile, a causa delle caratteristiche oceanografiche che lo rendono molto particolare …  dovrebbe essere dichiarata una guerra ma, come per gli altri Stretti che abbiamo nominato, a chi gioverebbe? Ciò nonostante la distanza fra le due sponde è tale da favorire traffici illeciti, come il contrabbando e la migrazione clandestina dall’Africa verso l’Europa.

 

 

The Strait of Gibraltar provides a natural physical barrier between the countries of Spain (north) and Morocco (south). In geologic terms, the 10-mile (16-kilometer) strait that separates the two countries, as well as Europe and Africa, is located where the two major tectonic plates—the Eurasian Plate and the African Plate—collide. This high-oblique, northeast-looking photograph shows the mountainous northern coast of Morocco and the coastal mountains of southern Spain, including the dagger-shaped, snow-covered Sierra Nevada Mountains of southeastern Spain. The Guadalquivir River flows from east to west along the base of the Sierra Morena Mountains in southern Spain. The famous British city of Gibraltar is located on the wedge-shaped peninsula on the east side of the bay in the southernmost protrusion of Spain. The city of Ceuta is a Spanish enclave on the extreme northeastern coast of Morocco. Ceuta, a free port with a large harbor, has remained under Spanish control since 1580.

 

 

Europe (left) and Africa (right)

 

 

 

 

 

 

 

Un po’ di Storia…

Le fortificazioni

La piccola Penisola di Gibilterra, unita alla Penisola Iberica da una sottile striscia di sabbia, è un promontorio stretto ed allungato dominato da una rocca alta 426 metri con un versante orientale assai ripido e rocciosa e con un versante occidentale meno scosceso sulla cui base si trova il centro urbano. Con il crescere della potenza tedesca, all’inizio del XX secolo questo piccolo possedimento britannico a guardia dello Stretto che mette in comunicazione il Mediterraneo con l’Atlantico, fu soggetto ad una serie di interventi edilizi che accrebbero le difese militari del promontorio.

Tra il 1933 il 1936 sulla striscia di terra dove prima era presente un ippodromo, venne costruito un piccolo aeroporto, ma con lo scoppio della guerra e l’apertura del fronte nordafricano la necessità di un ampliamento della pista divenne di grande importanza. Così la pista venne allungata a 1600 m mediante un terrapieno artificiale creato grazie all’utilizzo dei materiali di scavo provenienti dalla costruzione di una lunga serie di tunnel sotterranei all’interno della Rocca.

Le difese della Rocca vennero ampliate con l’aggiunta di numerose batterie fisse che contavano più di due dozzine di pezzi, i più grandi erano di calibro 9.2 pollici in sei installazioni singole e una doppia, mentre le batterie contraeree erano per lo più armate con pezzi da 3.7 pollici (94 mm) in posizione fissa e mobile, e dotate di proiettori per la difesa notturna. Un reggimento di artiglieria mobile poi disponeva di tre pezzi da 6 libbre, uno da 7 libbre, nove da 25 libbre, cinque da 75 mm, otto da 4 pollici di tipo navale, dieci obici da 4.5 pollici, sette da 6 pollici (152 mm) e 2 obici da 9.2 pollici, ossia 230 mm.

Ma il sistema difensivo più caratteristico di Gibilterra era rappresentato dal sistema di gallerie e strutture sotterranee. Già durante l’assedio del 1782 fu scavata una prima galleria lunga 183 metri dotata di sette cannoni, quindi fra il 1788 e il 1797 il sistema difensivo fu ampliato con una serie di tunnel detti Middle and Lowers Galleries. Ma durante la seconda guerra mondiale la lunghezza dei tunnel raggiunse i 48 chilometri, e furono adibiti a magazzini, ricoveri, rifugi antiaerei e postazioni comando.

Dopo il successo Alleato nella Campagna del Nord Africa e la resa dell’Italia nel 1943, Gibilterra venne declassata a normale base di smistamento di rifornimenti situata nelle retrovie.

 

Storia militare di Gibilterra durante la seconda guerra mondiale
• Cronologia degli eventi •

Un Catalina sorvola il fronte settentrionale della roccia
lasciando Gibilterra per una pattuglia, 1942 (Museo della guerra imperiale) 

Fine 1939

Inizia la costruzione di una pista dura a Gibilterra.

9.settembre 1939

Il volo 202 RAF ha base a Gibilterra.

25 settembre 1939

Il gruppo n o 200 (costiero) è formato a seconda della sede della RAF per il 
Mediterraneo.

giugno 1940

13.500 civili sono evacuati a Casablanca (Marocco francese). 

13 luglio 1940

Dopo la creazione di Vichy France, i civili di Gibilterra tornarono a Gibilterra 
prima di essere evacuati in altre località.

giugno 1940

Gli sfollati vengono inviati all’isola di Madeira e a Londra. 

9 ottobre 1940

1.093 rifugiati nuovamente evacuati in Giamaica. 

Fine 1941

L’ Operazione Felix, piano tedesco per l’invasione di Gibilterra, viene cambiata 
nell’operazione Felix-Heinrich, ritardando l’invasione fino a dopo la caduta dell’Unione Sovietica, mettendo così fine ai piani di invasione tedesca.

gennaio 1942

Inizia il test dell’attrezzatura per l’operazione Tracer.

Metà 1942

L’operazione Tracer viene dichiarata “pronta per la distribuzione”.

luglio 1942

Il tenente generale Dwight D. Eisenhower viene nominato comandante in capo dell’Operazione-Torch

5 novembre 1942

Eisenhower arriva a Gibilterra per prendere il comando

4 luglio 1943

Un bombardiere LIBERATOR of Transport Command RAF al largo di Gibilterra e si è schiantato, 
uccidendo il generale Wladyslaw Sikorski, leader politico polacco e comandante dell’esercito polacco occidentale. 

novembre 1943

Viene istituita la commissione per il reinsediamento.

6 aprile 1944

Un primo gruppo di 1.367 rimpatriati arriva a Gibilterra direttamente dal Regno Unito.

28 maggio 1944

Il primo convoglio di rimpatrio lascia Madeira per Gibilterra.

8 maggio 1945    

Resa tedesca

 

Le scimiette di Gibilterra

 

 

Le bertucce sono una costante del parco, anche se si concentrano in maniera maggiore nel punto panoramico chiamato “delle scimmie”. Qui, i furbi animaletti si sono abituate alla presenza dell’uomo e spesso rubano agli sprovveduti visitatori il pranzo. È l’unica colonia libera di questi primati in tutta Europa, e si stima che sono circa 250 esemplari distribuiti in 10 mandrie.

 

Le risposte alle domande più comuni:

Perché Gibilterra appartiene all’Inghilterra?

Nel 1462 G. entrò a far parte del regno di Castiglia, ma durante la guerra di Successione di Spagna fu conquistata (1704) da una flotta anglo-olandese e con il Trattato di Utrecht (1713) rimase assegnata all’Inghilterra.

Perché si chiama Gibilterra?

Chiamata anticamente Calpe, prese il nome di Gebel Ṭāriq a ricordo della spedizione del generale arabo Ṭāriq, che nel 711 vi sbarcò dall’Africa dando inizio alla conquista della Spagna. Riconquistata definitivamente dagli Spagnoli nel 1462, venne fortificata da Carlo V dopo l’assalto di Khair ad-dīn Barbarossa (1540).

Per cosa è famosa Gibilterra?

Lo stretto di Gibilterra è la porta d’acqua che collega l’Oceano Atlantico e il Mar Mediterraneo ed è una delle rotte di navigazione più trafficate al mondo. È anche tra le rotte più prolifiche per i delfini e il posto migliore per vedere e interagire con queste incredibili creature in tutta Europa.

 

Com’è la vita a Gibilterra?

Gibilterra è un luogo multiculturale e bilingue (spagnolo e inglese). La vita notturna non è un granché, tolti i numerosi ristoranti e i due casinò presenti. Il tenore di vita èrelativamente elevato per gli standard europei. I prezzi delle case, sia in affitto che in acquisto, sono molto alti

La bandiera di Gibilterra è in uso dal 1966, riproduce lo stemma del territorio, concesso dai Re Cattolici di Spagna nel 1502, con il castello che rappresenta la rocca e la chiave, che allude alla strategica posizione di “porta del Mediterraneo”.

 

Perché la Spagna non riconosce Gibilterra?

 Uno dei problemi riguardanti la sovranità delle acque comprese tra il Campo di Gibilterra e la stessa penisola sono motivo di accese dispute tra le due nazioni. La Spagna secondo il Trattato di Utrecht non riconosce a Gibilterra alcuna giurisdizione sulle acque circostanti le proprie coste.

 

 

Per gli AMICI appassionati della Storia della Seconda guerra mondiale segnalo un articolo edito dall’Ufficio storico della Marina.

Sono raccontate le imprese delle coppie di eroi:

Birindelli-Paccagnini/Tesei-Pedretti /Bertozzi-Vignoli/ed il nostro “eroe tigullino” De la Penne-Bianchi

30 ottobre 1940: Gibilterra, missione B.G.2

Le gesta del tenente di vascello Gino Birindelli che gli valsero la Medaglia d’Oro al Valor Militare

30 ottobre 2020 Ufficio Storico della Marina

 

Per gli AMICI VELISTI che decidessero di ATTRAVERSARE lo Stretto di Gibilterra segnalo un articolo prodigo di consigli utili:

ATTRAVERSARE LO STRETTO DI GIBILTERRA

https://www.arielhr53.com/attraversare-lo-stretto-di-gibilterra/

 

  • Il navigante di professione che lascia Gibilterra deve decidere, sulla base del porto atlantico di destinazione, quale tipo di navigazione scegliere tra ORTODROMIA e LOSSODROMIA. L’argomento è lungo e complesso per i profani… Ma un’idea ve la può dare questo articolo:

https://www.nauticalalmanac.it/it/navigazione-marittima/lossodromia-ortodromia-rotta

 

RINGRAZIAMENTI:

Felix e Alex Canepa – PolyViaggi-Rapallo per avermi messo a disposizione molte foto del loro archivio.

La rivista mensile di geopolitica LIMES di cui sono un fedele lettore da molto anni

 

 

 

Carlo GATTI

 

 

 

Rapallo, martedì 13 Aprile 2023