“LE CARTOLINE DI LEO”

VALLE CHRISTI

Foto Dino Alloi

Rapallo non mi è mai sembrata una bellissima città, é sicuramente un borgo vivibile e con il suo perché, mai niente però che mi avesse mai convinto che Rapallo fosse davvero bella.

Tuttavia, ho sempre riconosciuto a Rapallo la particolarità di saper conservare alcuni dei propri punti di fascino, veri e propri pezzi di storia spuntati fuori da periodi lontani nel tempo.


La PORTA DELLE SALINE


IL PONTE cosiddetto di ANNIBALE

Ce lo mostrano Valle Christi, il Ponte Annibale, la Porta delle Saline ed il Castello di Rapallo.

Non ho visto, per ragioni anagrafiche, Rapallo nei suoi anni d’oro, l’ho vista sempre piena di case, palazzi e viavai di turisti, però mi è sempre piaciuto vedere come nel bel mezzo di tutto questo, Rapallo ci tenesse a conservare alcuni di questi monumenti sopra accennati.

Valle Christi, però, non è come gli altri monumenti Rapallini, che si ergono nel pieno centro di quei palazzi e del sempre crescente traffico, Valle Christi è maggiormente nascosta agli occhi dei turisti ed è qualche chilometro più lontano dal mare rispetto agli altri.

Forse, se non fosse per l’enorme campo da golf che sembra quasi proteggerlo da un’esagerata urbanizzazione (Rapallina) che con il tempo prese piede nel borgo, adesso Valle Christi non sarebbe altro che un ricordo, pressoché dimenticato nel grigio di qualche edificio o di una strada.

Di certo e non avremmo più un pezzo di storia ancora leggibile da più di 800 anni.

Un attestato del 3 aprile 1204 segna l’approvazione dell’arcivescovo Ottone Ghillini per la donazione del terreno su cui poi verrà costruito il monastero sotto la volontà di due nobildonne genovesi (Altilia e Tiba Malfanti). Le due sorelle infatti donarono il terreno all’Ordine Cistercense, con la volontà che vi fosse costruito un monastero per poi ritirarsi personalmente nella vita monacale.

La costruzione fu completata all’inizio del 1206 ed un articolo del 7 Aprile dello stesso anno dimostrava che il monastero era già abitato da alcune suore.

Il monastero di Valle Christi, nei 300 anni per cui verrà abitato, conquisterà una discreta fetta di notorietà e verrà presto associata all’operosità ed alla santità di alcune monache.

Dopo questi 300 anni, nel 1502, ad abitare nel monastero rimasero solo 2 suore, motivo per cui il convento chiuse e queste vennero trasferite in altri edifici religiosi.

La chiesa romanica si mostrò inospitale per le suore del nuovo ordine religioso a causa dell’alta insalubrità del luogo e della distanza del monastero dal centro Rapallino; delle 22 nuove suore solo 5 non chiesero di essere trasferite.

La vicinanza ad un centro abitato diventò essenziale quando cominciarono gli sbarchi e gli assalti sempre più frequenti dei pirati nella metà del XVI secolo, esempio ne è lo sbarco di Dragut a Rapallo nel 1549.

Nel 1573 il monastero venne ufficialmente chiuso ed il terreno venne venduto per circa dieci mila lire genovesi.

Anche tutto ciò che era dentro il monastero venne venduto poiché all’interno dell’edificio si situava una decorosa collezione di beni dal valore altissimo, tra cui anche un quadro di Domenico Fiasella.

La Leggenda

Sono diverse le leggende attribuite al monastero Rapallino, ma tutte ruotano intorno a delle eventuali urla che tormentano l’edificio nelle notti senza luna.

Questo perché la leggenda a cui viene dato maggior credito, l’unica con un eventuale fondo di verità, narra proprio del fantasma di una monaca che si aggira tra le antiche mura dell’edificio e che dovrebbe urlare con la propria figlia mai nata per tormentare i propri assassini.

La monaca si innamorò follemente di un pastore del posto con cui prese l’imprudente decisione di infrangere la regola di castità.

Nel momento in cui le altre monache vennero a saperlo, la trasgressiva venne murata incinta, ancora incinta della bambina.

Nel 1903 il monastero di Valle Christi divenne un patrimonio nazionale rimanendo intoccabile dal fenomeno di urbanizzazione Rapallina conservandosi – Anche se non nelle migliori delle condizioni – come un monumento storico e diventando fonte di vicende storiche e leggende impossibili

LEONARDO D’ESTE

 

Rapallo, 17 Dicembre 2020