INCENDIO

della nave passeggeri  italiana

ORAZIO

Stazza Lorda 11.669 t.


21.1 1940 ore: 05.12  (a.m.)

Arm.Soc. Italia –

Passeggeri: 423

Equipaggio: 210

Comandante: M.Schiano

 

Posizione del Sinistro : Lat.42°36’ N  –  Long.05°28’E

(35 miglia al largo di Tolone-Francia)


La cartina mostra la posizione della nave al momento
dell’incendio.
I Fatti:
La Orazio al comando del cap. Michele Schiano era partita da
Genova diretta per il Centro America-Sud Pacifico. Giunta nella
posizione già riportata divampò un incendio improvviso nella
sala-macchine.
Le fiamme si estesero ben presto a tutta la nave che venne poi
abbandonata al suo destino.
Le vittime:
Da molti anni la marineria italiana non veniva colpita
da una così grave tragedia. All’appello finale manca-
rono 48 passeggeri e 60 membri dell’equipaggio.

Le Operazioni di Salvataggio:

Quattro mezzi militari francesi risposero subito al
l’S.O.S dell’Orazio. Poi arrivò il Conte Biancamano
che salvò 316 persone, il Colombo che ne recuperò
163 ed infine il piroscafo francese Ville de Ajaccio
che ne prese a bordo 46.
Commento:
L’incendio è sempre stato il più temuto tra i sinistri
marittimi.
Il timore degli equipaggi imbarcati è sempre stato
legato all’infiammabilità del materiale che arredava
e decorava le bellissime navi di linea  passeggeri di
quell’epoca. I superstiti dell’Orazio, subito dopo il
rientro a Genova, si recarono pellegrinaggio sulla
tomba di G. Marconi per rendere omaggio al grande

inventore della radio, primo anello della catena che
li aveva salvati.

21 Gennaio 1940  ore 05.12 (a.m.)

INCENDIO

Della nave passeggeri italiana

“ORAZIO”

La M/n ORAZIO della Soc. Italia di Navigazione, aveva una stazza lorda di quasi 12.000 tonnellate ed una velocità di 15 nodi. La nave era partita da Genova  per il Sud Pacifico ed era al comando del Cap. Michele Schiano quando, giunta a 35  miglia al largo di Tolone (Francia), divampò un incendio improvviso nella sala-macchine. Le fiamme si estesero ben presto a tutta la nave che fu poi abbandonata, presa a rimorchio e infine demolita.

Da molti anni la marineria italiana non veniva colpita da una così grave tragedia. All’appello finale mancarono 48 passeggeri dei 423 imbarcati a Genova e 60 marittimi  su 210 facenti parte dell’equipaggio.

Quattro mezzi militari francesi della base di Tolone risposero subito all’S.O.S. della Orazio. Poi arrivò il Conte Biancamano che salvò 316 persone, il Colombo che ne recuperò 163 ed infine il piroscafo francese Ville de Ajaccio che ne prese a bordo 46.

L’ORAZIO é avvolta dal fuoco e dalle fiamme. La foto é stata scattata da una nave italiana giunta in soccorso da sopravvento. Notare sulla destra una nave da carico in attesa di soccorrere i naufraghi.

L’incendio è sempre stato il più temuto tra i sinistri marittimi. Il timore degli equipaggi imbarcati è sempre stato legato all’infiammabilità del materiale che arredava e decorava le bellissime navi di linea passeggeri di quell’epoca. Oltre all’ipotesi dell’incidente casuale, dobbiamo tuttavia, registrare un inquietante sospetto di sabotaggio che rientrava nel terribile quadro storico di quei tragici anni di guerra, in cui l’antisemitismo proclamato da Hitler nel Mein Kampf, fu messo in atto  subito dopo la sua  ascesa al potere.  La caccia sistematica aveva progressivamente messo in allarme i cittadini Mittel-Europei di razza ebraica che pensavano di salvarsi emigrando. Questi “exodus” forzati erano possibili ricorrendo all’aiuto di Organizzazioni Umanitarie che procuravano le autorizzazioni necessarie all’espatrio verso i Paesi dell’America Latina.

Queste fughe dalla persecuzione razziale nazista, spesso, presero il via proprio dal porto di Genova con le due motonavi gemelle Orazio e Virgilio, che portarono verso la salvezza decine e decine di migliaia di persone.

Gli eventi bellici che seguirono il settembre del ’39, insieme alle restrizioni imposte dai Paesi sudamericani, ridussero della metà il numero dei passeggeri imbarcati sull’Orazio quel 19 gennaio 1940, quando la nave lasciò Genova con destinazione Valparaiso in Cile.

Riprendiamo il racconto con la testimonianza di una profuga che si trovava a bordo al momento del naufragio: nonna Cesira Spada.

“Le prime ore di navigazione sono tranquille. La voce che al largo, davanti al golfo  di Marsiglia, siano state individuate delle mine, non allarma più di tanto le famiglie di ebrei tedeschi, austriaci e praghesi che stanno affrontando quello che dovrebbe essere il loro lungo viaggio della salvezza, ospitate il più delle volte nei cameroni della terza classe. Persino l’ispezione della nave da parte di un’unità militare francese – bloccato l’Orazio in alto mare, manda a bordo un gruppo di ufficiali del controspionaggio che procede ad interrogare una cinquantina di passeggeri – non suscita a bordo particolari reazioni.

La tragedia avviene nelle prime ore del mattino del 21 gennaio, quando la nave – nel bel mezzo di un fortunale che sta flagellando tutto il golfo – sta incrociando a trentacinque miglia al largo di Tolone. Improvvisamente si sente un rumore sordo nella Sala Macchine e, immediatamente, un gran fumo comincia a penetrare in tutti i locali. Il Comandante della nave lancia via radio segnali di soccorso chiedendo l’immediato intervento di unità vicine. Nel frattempo il fuoco separa la nave in due tronconi condannando i passeggeri rimasti nella parte più inaccessibile ad una morte atroce”.

Concludiamo ribadendo che la causa dell’incendio della M/n Orazio, dopo sessantasette anni, è ancora velato di mistero. Sui giornali dell’epoca, qualcuno aveva avanzato l’ipotesi dell’attentato che purtroppo non fu mai provato, nonostante che numerosi indizi, opinioni e  insufficienti testimonianze ne suffragassero l’autenticità.

FIRE ON BOARD

The passenger liner

“ORAZIO”

21.1.1940 at 05.12 hours (a.m.)

POSITION OF ACCIDENT

Lat. 42°36’ N

Long. 05°28’ E

35 miles outside Tolone (France)

THE FACTS

The M/s “ORAZIO” under the command of Capt. Michele Schiano sailed from Genoa for the South Pacific, Central America. Arriving at the position as stated above, a fire suddenly brokeout. The flames spread very rapidly over the whole ship wich was abandoned by all to her destiny.

THE VICTIMS

It was the first time in many years that the Italian maritime field had faced such a grave tragedy. The final figures showed that 48 passengers and 60 crew lost their lives.

THE SALVAGE OPERATIONS.

Four French military vessels answered straight away to the SOS call sent out by the “Orazio”.

The “Conte Biancamano” arrived a bit later and managed to save 316 persons, the “Colombo” recuperated 163 and the French ship “Ville de Ajaccio” took aboard 46 persons.

COMMENTS

Fires are the most feared amongst sea accidents. The crew’s fear aboard is always connected to the inflammability of material wich is part of the furnishing and internal decoration aboard the beautiful passenger liners of that epoca. The survivors of the “Orazio” as soon as they arrived at Genoa, made a pilgrimage to G. Marconi’s tomb in remembrance of his great invention of the radio, the first link in the chain that had saved them.

 

Carlo GATTI

Rapallo, 15.02.12