FREJUS

CITTA’ ROMANA –  53.000 abitanti

 UN PONTE TRA LIGURIA E PROVENZA

Da Genova a Frejus (Francia):

3 ore 13 min (261,9 km) passando per A10/E80 e A8

Fréjus si trova a metà strada tra Cannes e Saint-Tropez, nel cuore della Costa Azzurra. Situata su un contrafforte di arenaria del massiccio dell’Estérel, che domina le valli dell’Argens e del Reyran, Fréjus ha l’aspetto di una piccola città provenzale i cui nuovi quartieri si estendono fino al mare.

Spigolando tra i ricordi più o meno lontani …

Per noi nati, cresciuti e vissuti nel cuore dell’arco ligure, Nizza, città natale di Garibaldi e passata alla Francia nel 1860, continua a rappresentare un’estensione naturale della nostra amata regione. Nonostante i confini politici, i legami culturali, storici e persino affettivi con quella parte di costa mediterranea restano fortissimi, tanto da farci sentire “a casa” ogni volta che vi mettiamo piede.

Nizza divenne ufficialmente francese il 14 giugno 1860, a seguito del Trattato di Torino del marzo dello stesso anno, con il quale il Regno di Sardegna cedette la Savoia e la Contea di Nizza alla Francia, in cambio del sostegno militare di Napoleone III al Risorgimento italiano. La decisione fu ratificata da un plebiscito popolare, tenutosi il 15 aprile. Non era la prima volta che Nizza entrava nell’orbita francese: tra il 1792 e il 1814 era già stata parte della Francia rivoluzionaria e napoleonica.

Per questa ragione, la mia generazione – e forse anche quella successiva – ha guardato con naturalezza alla Costa Azzurra come a un prolungamento delle proprie abitudini di viaggio. Escursioni e vacanze ci hanno portato spesso a scoprire località entrate nel mito: Monaco, Antibes, Cannes, Saint-Tropez… luoghi che hanno fatto la storia del turismo d’élite, grazie anche alla frequentazione di artisti, attori e personaggi celebri del dopoguerra.

Eppure, tra le tante perle della Riviera francese, una città rimane spesso in ombra rispetto alle più celebrate: Fréjus. Situata non lontano da Cannes, questa cittadina possiede un fascino particolare che la rende degna di una visita approfondita. Non si tratta soltanto di una località di mare, ma di un vero e proprio scrigno di storia, capace di abbracciare oltre duemila anni di vicende umane.

Ricordo con chiarezza la prima volta che, da giovane, passeggiai per le vie di Fréjus. Rimasi colpito dalla presenza discreta di rovine romane disseminate qua e là, quasi dimenticate, prive di segnalazioni o spiegazioni. Erano gli anni successivi alla guerra, un periodo in cui la voglia di leggerezza e di modernità prevaleva su ogni altra considerazione. Quelle pietre antiche sembravano allora appartenere a un passato troppo lontano per suscitare interesse, in un’epoca che correva veloce verso la ricostruzione e il rinnovamento.

Fréjus, dunque, non era la solita città mondana legata ai riflettori del cinema o del jet-set, ma un luogo che conservava in sé un’anima diversa, fatta di tracce silenziose di civiltà passate.

Oggi, tornandoci dopo molti anni, ho avuto il piacere di constatare che la città ha saputo riappropriarsi del suo patrimonio storico e valorizzarlo con cura e orgoglio. Oggi Fréjus è spesso chiamata la “Pompei di Francia”, grazie all’eccezionale eredità archeologica che custodisce: l’anfiteatro romano, l’acquedotto, le mura, senza dimenticare le testimonianze medievali e il suo bel centro storico.

Ma Fréjus non è solo storia: le sue spiagge dorate, il porto vivace e il clima mite la rendono una meta ideale per chi desidera unire relax e cultura, arte e natura. È una città che sa sorprendere, capace di parlare sia agli amanti dell’archeologia che a chi cerca semplicemente un angolo mediterraneo autentico, lontano dalle eccessive mondanità.

Per chi, come noi liguri, sente ancora la Costa Azzurra come parte della propria memoria collettiva, Fréjus rappresenta una tappa speciale: un ponte tra Liguria e Provenza, tra radici e scoperte, tra passato e presente.

 

UN PO’ DI STORIA…

Verso il 49 a.C. Giulio Cesare fondò sul territorio degli Oxubii l’insediamento Forum Iulii con l’obbiettivo di creare uno scalo portuale alternativo a Massalia (Marsiglia).

Un fatto notevole nella storia: nel 31 a.C., il porto di Fréjus ospitò le navi da guerra catturate dall’imperatore romano Ottaviano-Augusto al militare Marco Antonio, allora alleato della regina Cleopatra, durante la famosa battaglia di Azio.

Questo aneddoto testimonia l’importanza del porto di Fréjus in epoca romana. Per questa ragione la località venne aggiunto il titolo di colonia Octavianorum.

Nel 22 a.C.  Augusto la proclamò capitale provinciale della Gallia Narbonense. La sua importanza era dettata dal fatto che oltre ad essere l’unica base della flotta militare romana in Gallia era anche attraversata da importanti arterie della regione: la Via Iulia Augusta. Durante il regno di Tiberio fu realizzata la maggior parte dei monumenti romani tuttora esistenti.

Nel IV secolo fu istituita la Diocesi di Frejus e nel 374 fu costruita la prima chiesa.

Tra il VII ed il IX secolo fu ripetutamente razziata dai saraceni.

Nel 940 i musulmani del vicino Frassinetto attaccarono e saccheggiarono la città.

Il 9 ottobre 1799 vi sbarcò Napoleone Bonaparte di ritorno dalla Campagna d’Egitto. 

Il 2 dicembre 1959  Fréjus fu colpita dalla rottura della diga di Malpasset,  quando 50 milioni di m³ d’acqua raggiunsero l’abitato provocando 423 morti e distruggendo gran parte delle case.

 

Monumenti e luoghi d’interesse

 

La Cattedrale di Fréjus

La Cattedrale di Saint-Léonce è un altro gioiello storico. Costruita tra il V e il XII secolo, la cattedrale combina elementi di architettura romana e gotica. È divisa in due navate che un tempo erano due diverse strutture: una dedicata a Notre Dame, su resti dell’antica chiesa paleocristiana, e l’altra a Santo Stefano, risalente all’XI-XII secolo. Meritano uno sguardo più approfondito l’abside con i sepolcri dei vescovi, le antiche statue, le pale d’altare e il magnifico crocifisso in legno del XVI secolo. Il chiostro a due piani del XII secolo è un gioiello architettonico, dichiarato monumento storico di Francia, con le coperture delle gallerie tutte in legno e arcate dipinte decorate con figure di santi, personaggi storici e animali veri e fantastici. Accanto, si trova l’antico battistero paleocristiano del V secolo, forse il più antico di Francia, e il campanile del XIII secolo.

 

Chiostro della Cattedrale

 

Villa Aurelia a Fréjus

La Villa Aurelia a Fréjus si trova in un bellissimo parco di 24 ettari. Dove ci sono antichi resti di un acquedotto romano, che ha portato l’acqua nella città di Fréjus per circa 250 anni.

Il parco ospita una flora mediterranea davvero molto interessante ed è una riserva inestimabile di biodiversità.

Presenta infatti il 90% di tutte le tipologie di piante tipiche della regione Provence-Alpes-Côte d’Azur. Come ad esempio il pino marittimo e l’orchidea.

La Villa Aurelia è la più bella residenza di villeggiatura costruita a Fréjus durante il XIX° secolo per la borghesia dell’epoca che apprezzava il clima mite invernale tipico della Costa Azzurra.

La villa prende il suo nome dalla vicina strada romana “Via Aurelia” che collegava Roma alla Spagna.

L’architettura dell’edificio ha una forte influenza di Andrea Palladio, architetto italiano del 1500. Lo si nota soprattutto dalla facciata esterna che, con le sue colonne in marmo, ricorda molto il Palazzo Chiericati a Vicenza.

Acquistata e restaurata dal comune di Fréjus nel 1988, oggi viene utilizzata per mostre, concerti ed eventi culturali di ogni genere.

 

Acquedotto – 43 Km di lunghezza

Un altro esempio dell’ingegneria romana è l’Acquedotto di Fréjus, che un tempo forniva acqua alla città. I resti di questo impressionante sistema idrico si estendono per oltre 40 chilometri, fino al villaggio di Mons a 520 metri di altezza sul livello del mare, e possono essere ammirati in vari punti intorno alla città. Victor Hugo commentava:

“L’acquedotto nuovo e completo di 2000 anni fa era sicuramente bello, ma non certamente più bello di queste gigantesche macerie crollate su tutta la piana, che corrono, cadono, si rialzano. L’edera e i rovi si arrampicano su tutte queste meraviglie di Roma e del tempo”.

 

Anfiteatro

Interni dell’Anfiteatro Romano

Parte storica dell’Anfiteatro Romano rimasta fino a oggi

Uno dei siti più emblematici di Fréjus è il suo Anfiteatro Romano, risalente al I secolo d.C. Progettato per ospitare combattimenti tra gladiatori e tra uomini e animali, l’anfiteatro è stato costruito vicino alla porta di accesso della città. Questo maestoso anfiteatro poteva ospitare fino a 10.000 spettatori ed è ancora utilizzato oggi per eventi culturali e concerti. Passeggiare tra le sue antiche mura offre un viaggio nel tempo, immaginando le grandi celebrazioni dell’epoca romana. Nei secoli la struttura è stata notevolmente rimaneggiata, e l’attuale versione, assai discussa, è il frutto di un restauro effettuato intorno al 2010. Per visitare l’anfiteatro è bene verificare gli orari di apertura, che cambiano a seconda della stagione.

 

Lanterna di Augusto

L’ingresso al porto era segnato da una costruzione nota come la “Lanterna di Augusto”, che si può vedere ancora oggi.

 

L’antico porto di Fréjus, i cui resti sono classificati come Monumenti Storici dal 1886, è prima di tutto un bacino artificiale scavato nelle paludi che delimitavano lo sperone roccioso su cui si è insediata la città. Si trova quindi nell’entroterra, a circa 1200 metri dal mare.Il canale che collegava il porto al mare è percorribile per 460 metri, grazie ad un muro merlato che un tempo delimitava il lato occidentale. Il bacino aveva la forma di un poligono irregolare di circa diciassette ettari. Era circondato da banchine e delimitato a sud da un parapetto lungo 560 m.

Sul lato nord-ovest del bacino, gli archeologi hanno trovato una spianata che serviva una darsena tramite scali di alaggio (o piani inclinati, situati sotto il parcheggio Porte d’Orée). Questo porto, rimasto praticamente intatto fin dall’antichità, fu utilizzato durante il Medioevo e fino al XVII secolo. Era conosciuto come “Lo stagno” perché la sua area si era ridotta notevolmente.Il mare aggiunse le sue ricchezze a quelle della terra. In particolare, la pesca veniva utilizzata per preparare l’allec, una varietà di “garum”, una sorta di condimento a base di carne di pesce decomposta.

Più di duemila anni fa, i Romani chiamavano Fréjus “Forum Julii”. È uno dei porti più importanti del Mediterraneo: più grande, più trafficato e più vivace di Marsiglia (Massilia). Fréjus ha resistito alle ingiurie del tempo: la città si sta riprendendo dall’insabbiamento del Medioevo e continua a prosperare grazie al commercio. L’antico porto ha conservato i resti dei suoi giorni di gloria: ora si ergono fieri nel cuore della città.

 

IL PORTO ANTICO

 

L’antico porto di Fréjus, i cui resti sono classificati come Monumenti Storici dal 1886, è prima di tutto un bacino artificiale scavato nelle paludi che delimitavano lo sperone roccioso su cui si è insediata la città. Si trova quindi nell’entroterra, a circa 1200 metri dal mare.

Il canale che collegava il porto al mare è percorribile per 460 metri, grazie ad un muro merlato che un tempo delimitava il lato occidentale. Il bacino aveva la forma di un poligono irregolare di circa diciassette ettari. Era circondato da banchine e delimitato a sud da un parapetto lungo 560 m.

L’ingresso al porto era segnato da una costruzione nota come la “Lanterna di Augusto”, che si può vedere ancora oggi.

Sul lato nord-ovest del bacino, gli archeologi hanno trovato una spianata che serviva una darsena tramite scali di alaggio (o piani inclinati, situati sotto il parcheggio Porte d’Orée).

Questo porto, rimasto praticamente intatto fin dall’antichità, fu utilizzato durante il Medioevo e fino al XVII secolo.

Era conosciuto come “Lo stagno” perché la sua area si era ridotta notevolmente.

Il mare aggiunse le sue ricchezze a quelle della terra. In particolare, la pesca veniva utilizzata per preparare l’allec, una varietà di “garum”, una sorta di condimento a base di carne di pesce decomposta.

 

LA PORTA D’ORÉE

Non si tratta di una porta ma di un arco, appartenente alle terme monumentali (risalenti al II secolo), situate ai margini dell’antico porto.

 

 

IL TUMULO SAINT-ANTOINE 

La Butte Saint-Antoine è un’escrescenza rocciosa a sud della città romana; Si affaccia sul mare e un tempo dominava l’antico porto che si affacciava immediatamente ad est.Sono state rinvenute rovine di grandi palazzi, probabilmente costruite al tempo dell’imperatore Ottaviano Augusto. Costruiti su grandi terrapieni trattenuti da mura, questi edifici, per le loro dimensioni, ricordano piuttosto i grandi edifici pubblici e residenziali. Sulle loro pareti si trovano piccole macerie di arenaria rosa, caratteristiche degli edifici del “Forum Julii”.

 

LE BANCHINE 

Il tracciato delle banchine sud e parte delle banchine levanti sono le uniche ancora chiaramente identificabili. Il Chemin des Quais Sud collega la Butte Saint-Antoine e la Lanterne d’Auguste; Da qui, troviamo il muro che protegge il canale di accesso al mare.

 

 

LA LANTERNA D’AUGUSTE 

Questa torre, alta 10 metri, è visibile ancora oggi. Molto probabilmente si tratta di un punto di riferimento che segnalava l’ingresso al porto romano (un punto di riferimento è un punto di riferimento fisso, inequivocabilmente identificabile, utilizzato dai navigatori, di solito un edificio).

 

PISCINE 

Per molto tempo, il porto di Fréjus ha ospitato navi per uso militare o della guardia costiera (probabilmente nel 1° e 2° secolo).

Trovandosi ai margini di una trafficata rotta marittima che collegava l’Italia, Marsiglia, Narbona e la Spagna, le navi mercantili trovarono un grande specchio d’acqua di diciassette ettari, diviso in diversi bacini protetti da mura, e che comunicava con il mare tramite un canale.

 

L’HERMÈS DI FRÉJUS 

Nel 1970, durante gli scavi archeologici nel sito di una casa romana, fu scoperta una statua a due teste di Hermes, realizzata in marmo bianco. Risale probabilmente alla metà del I secolo. Oggi arricchisce la collezione del Museo Archeologico di Fréjus. Il busto a due teste divenne quindi il simbolo della città di Fréjus e ispirò l’artista incaricato della creazione della fontana che adorna la Porte d’Hermès. 

Segue l’estratto di un articolo che ci aggiorna sull’avanzamento dei lavori archeologici nel “recupero ambito portuale”.

Autore: Federico Bernardelli Curuz

Fontewww.stilearte.it, 22 dic 2023

SCOPERTE E SCAVI

FREJUS (F). C’è un porto romano sotto il prato.

 

Sotto il prato c’è un porto, insomma. Consistenti depositi alluvionali lo hanno interrato, ma i muri dell’infrastruttura romana sono intatti, quanto i legni dei pali d’attracco.

Gli archeologi hanno così scavato non solo per riportare alla luce e consegnare alla città importanti vestigia, ma per verificare in modo ravvicinato le modalità costruttive dei nostri antenati e i segni del cantiere di realizzazione del porto.

Fréjus è un comune francese dalle profonde radici romane. Era una città-porto, per la flotta militare romana. Originariamente abitato da popolazioni celto-liguri dislocate nell’area circostante la baia di Aegytna, il territorio vide in seguito la fondazione di un avamposto da parte dei focesi di Massalia (Marsiglia).

Ed ecco la svolta, che porta con sé le aquile delle legioni e la malta romana. Nel 49 a.C., Giulio Cesare istituì l’insediamento di Forum Iulii tra gli Oxubii con l’obiettivo di creare un porto alternativo a Massalia (Marsiglia). Ottaviano Augusto successivamente ampliò il porto, includendo qui, a livello di flotta, le navi di Marco Antonio catturate nella battaglia di Azio. Tra il 29 a.C. e il 27 a.C., il luogo fu scelto come insediamento per i veterani della Legio VIII, guadagnando così il titolo di colonia Octavanorum.

 Nel 22 a.C., Augusto lo designò come la capitale provinciale della Gallia Narbonense.

La sua rilevanza era dovuta al fatto che non solo era la principale base della flotta militare romana in Gallia, ma era anche attraversata da importanti vie della regione, tra cui la via Iulia Augusta.

Durante il regno di Tiberio, furono realizzati la maggior parte dei monumenti romani ancora presenti nella zona.

Pierre Excoffon (Direttore dell’Archeologia e del Patrimonio della città di Fréjus), Emmanuel Botte (CCJ/CNRS/AMU) e Nicolas Carayon (IpsoFacto), hanno guidato la squadra di scavo, composta da agenti della Direzione dell’Archeologia e del Patrimonio della città e studenti in formazione nell’ambito di stage.

Abbiamo scoperto la parte superiore dei cassoni, o casseri in legno, che venivano calati in mare e che venivano riempiti di calcestruzzo pozzolanico (calce, sabbia e frammenti di tufo vulcanico, che assicurano la tenuta al mare e l’indurimento continuo), necessario per costruire le parti sommerse delle banchine. – dice l’archeologo Pierre Excoffon – Sapevamo che questo sistema di casseforme esisteva a Fréjus. Ai tempi dei romani, in questo punto dello scavo, saremmo stati in mare aperto”. Quindi per realizzare il porto furono utilizzate casseforme per fare le colate sulle quali, poi, murare. “Abbiamo trovato i segni delle casseforme, in negativo, nella muratura. Finalmente abbiamo le prove materiali della tecnica utilizzata dai romani. Siamo orgogliosi di questa scoperta importante per l’archeologia di Fréjus, per il bacino del Mediterraneo e per la storia delle costruzioni romane in Francia”.

Altri elementi lignei potrebbero corrispondere a moli o punti di approdo dell’antico porto romano di Forum Julii. Il loro stato di conservazione è davvero notevole ed eccezionale.

“Il tutto si trova in una parte di cui non conoscevamo lo stato di conservazione, dall’altra parte del bacino portuale. Questi elementi lignei potrebbero datare alla fine del I secolo d.C. La datazione in corso mediante dendrocronologia (analisi degli anelli di crescita annuali al fine di ottenere informazioni sugli eventi passati) e C14 (carbonio 14) permetterà di affinare questa ipotesi” – spiega ulteriormente Pierre Excoffon.

Il Journal of the American Ceramic Society ha pubblicato uno studio condotto dai ricercatori del Massachusetts institute of technology (Mit) di Boston, guidati da Admir Masic e Marie Jackson. Il segreto per costruzioni eterne e sicure sta nel materiale vulcanico, inserito in un miscuglio che, peraltro, era stato indicato da Vitruvio e forse non compreso, dopo i tempi dell’antica Roma.

 

 

SINTESI

Il Porto Romano di Fréjus

  • Fondazione: il porto fu costruito sotto Augusto (I sec. a.C.) come scalo strategico della colonia di Forum Julii, che prese il nome proprio da lui.

  • Funzione: serviva sia per il commercio che come base navale. Fréjus divenne sede della flotta romana del Mediterraneo occidentale (Classis Narbonensis).

  • Struttura: il bacino portuale era collegato al mare da un canale e protetto da lunghi moli; includeva darsene, magazzini e un faro (oggi scomparso).

  • Declino: progressivamente interrato nei secoli a causa dei depositi fluviali e del ritiro del mare, il porto rimase in uso fino al Medioevo, quando si ridusse a palude.

  • Oggi: restano visibili alcuni tratti dei moli e del canale portuale, inglobati nell’urbanizzazione moderna. Gli scavi archeologici hanno permesso di identificarne le linee, ma non esistono ricostruzioni grafiche complete.

 

CONCLUSIONE:

Una mancanza che fa riflettere…

Se Fréjus è giustamente chiamata la “Pompei di Francia” per l’eccezionale ricchezza di testimonianze romane, resta però sorprendente constatare la scarsità di ricostruzioni grafiche o pittoriche del suo antico porto. Eppure questo scalo ebbe un ruolo fondamentale: qui approdavano le flotte romane, qui si intrecciavano commerci e rotte mediterranee, qui si sviluppava la vita marittima della colonia.

Altri porti romani ci vengono restituiti da disegni e modelli che aiutano a immaginarne la vitalità; per Fréjus, invece, restano soprattutto descrizioni archeologiche e resti poco valorizzati. È come se mancasse un tassello fondamentale per “vedere” con gli occhi della mente quel luogo che fu crocevia di uomini, merci e culture.

Per chi, come noi di Mare Nostrum Rapallo, sente il mare non solo come paesaggio ma come spazio di memoria e identità, questa assenza iconografica è un invito a riflettere. Forse proprio il silenzio delle immagini rende ancora più affascinante il compito di immaginare quel porto, affidandoci ai frammenti rimasti e alla forza evocativa del Mediterraneo, che da sempre custodisce più di quanto riveli.

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, 17 Settembre 2025