CAMPI FLEGREI

 

SOMMARIO

INTRODUZIONE

– CAMPI FLEGREI – POZZUOLI ED IL SUO    MONDO

– SAN GENNARO DI POZZUOLI

– BRADISISMI NEI CAMPI FLEGREI

CONCLUSIONE

 

EVVIVA I CAMPI FLEGREI! 

Il suolo il più infido, sotto il cielo il più limpido! Acque bollenti, grotte le quali sprigionano vapori zolforosi, monti calcari, decomposti, selvaggi, ostili alla vita delle piante, ed ad onta di ciò, vegetazione rigogliosa quanto si possa vedere dovunque; la vita che trionfa sulla morte; stagni, ruscelli, e per ultimo una foresta stupenda di querce, sulla pendice di un antico volcano.

Johann Wolfgang von Goethe

 

 INTRODUZIONE

 La “Baia Sommersa” dei Campi Flegrei si estende lungo il litorale tra Bacoli e Pozzuoli, proprio di fronte all’antico porto di Baia. Oggi quest’area, divenuta Parco Archeologico Sommerso di Baia (2002), è un luogo unico al mondo: un museo subacqueo che custodisce templi, ville, mosaici e statue romane inghiottite dal mare a causa del bradisismo.

Il fenomeno dello sprofondamento del terreno, che nei secoli ha mutato il profilo costiero flegreo, ha reso possibile la conservazione straordinaria di un’intera città romana sotto il livello del mare, donandoci una testimonianza viva della grandezza e della fragilità del mondo antico.

Per me, però, Baia non è soltanto un sito archeologico. È anche un ricordo personale, nitido e indimenticabile.
Era il 1969 e mi trovavo al comando del rimorchiatore d’altomare M/r BRASILE, quando ricevetti l’ordine di recarmi a Baia per prendere a rimorchio una nave destinata alla demolizione a Spezia.

 

Banchina del Porto di Baia

Arrivammo dopo il tramonto e ottenemmo dalla Capitaneria l’autorizzazione ad attraccare alla banchina. La manovra procedeva regolarmente, in condizioni di assoluta calma di mare e di vento.

Eppure, a poche decine di metri dall’ormeggio, sentimmo un colpo secco sotto lo scafo: non forte, ma abbastanza da lasciarci perplessi. Nessuno a bordo seppe spiegarselo. Il giorno successivo, mandai in acqua il nostro sommozzatore Dugga, veterano coraggioso della Seconda guerra mondiale.

Dopo aver controllato lo scafo e rassicurato che non vi fosse alcun danno, tornò su con una rivelazione che ci lasciò senza parole: sotto di noi si estendeva una città sommersa, con mosaici, statue e persino ninfei. Forse avevamo urtato proprio il tetto di una villa romana.

Da quel giorno Baia è rimasta impressa nella mia memoria. Non solo come un porto di transito, ma come un luogo di mistero e fascino senza tempo, capace di legare la mia vita di mare alle profondità della storia.

 

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I CAMPI FLEGREI – POZZUOLI ED IL SUO MONDO

GOLFO DI NAPOLI

 

Il golfo di Napoli visto da Castellamare di Stabia

 

POZZUOLI E IL SUO MONDO

 

I Campi Flegrei sono un’area vulcanica attiva situata ad ovest di Napoli, che include i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania e parte della città di Napoli.

Cartina SAT dei Campi Flegrei con i laghi

 

I laghi dei Campi Flegrei sono quattro: il Lago d’Averno, un lago vulcanico dal fascino mitologico; il Lago di Lucrino e il Lago Fusaro, lagune costiere sorte per sbarramento; e il Lago Miseno, anch’esso una laguna costiera conosciuta come Mar Morto. Questi specchi d’acqua sono un’importante risorsa idrografica e testimoniano l’intensa attività vulcanica che ha caratterizzato l’area nel corso dei secoli.

Lago d’Averno: È un tipico lago vulcanico situato all’interno di un cratere, circondato da colline e boschi. Il suo nome deriva dal greco “Aornos” (senza uccelli) a causa delle antiche esalazioni sulfuree che un tempo rendevano l’aria tossica. È stato considerato l’ingresso agli Inferi nella mitologia e nella letteratura classica, come nell’Eneide e nell’Odissea. 

Lago di Lucrino: Una laguna costiera la cui origine è legata a uno sbarramento naturale. Un tempo era molto più grande e fu sfruttato fin dall’epoca romana per l’itticoltura, soprattutto per l’allevamento di ostriche. 

Lago Fusaro: Anch’esso una laguna costiera e un’altra testimonianza dell’attività vulcanica dei Campi Flegrei. È famoso per la Casina Vanvitelliana, una struttura architettonica settecentesca situata sull’isola nel lago. 

Lago Miseno: Conosciuto anche come Mar Morto, è una laguna costiera situata nel comune di Bacoli, tra Monte di Procida e Capo Miseno. È caratterizzato da una natura affascinante e radici storiche che si intrecciano con il mito. 

I Campi Flegrei non hanno un unico vulcano, ma sono una vasta area vulcanica con diversi centri eruttivi attivi e quiescenti, tra cui spiccano la Solfatara di Pozzuoli, nota per le sue attività fumaroliche, e il Monte Nuovo, (nella foto SAT), l’edificio vulcanico più recente formatosi nel 1538.

MONTE NUOVO – Storia 

https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Nuovo

 

Monte Nuovo e lago d’Averno come si vedono dalla SS 7 via Domiziana

Campi Flegrei, vulcano Monte Nuovo. Veduta Lago di Lucrino

 

POZZUOLI

 

 

ANFITEATRO FLAVIO

POZZUOLI

https://it.wikipedia.org/wiki/Anfiteatro_Flavio_(Pozzuoli)

ANFITEATRO FLAVIO Il terzo anfiteatro romano più grande d’Italia, terminato dagli imperatori della dinastia FLAVIA capace di ospitare 40.000 spettatori.

Le principali attrazioni a Pozzuoli

Solfatara. 1.757. Vulcani. … 

Baia Archeological Park. 174. Siti storici. … 

Parco Archeologico di Cuma. 426. Siti storici. … 

Anfiteatro Flavio. 726. Rovine antiche. … 

Lago d’Averno. 436. Corsi e bacini d’acqua. … 

Campi Flegrei. Sorgenti d’acqua calda e geyser. … 

Rione Terra. 524. … 

Antro della Sibilla. 279.

Comune di Pozzuoli – Città dei campi Flegrei

 I due Anfiteatri di Pozzuoli

https://comune.pozzuoli.na.it/percorso-archeologico-del-rione-terra/anfiteatri/

 

Chi è più antica, Napoli o Pozzuoli?

La storia di Pozzuoli però è più antica, perchè ci sono prove della sua frequentazione fin dal VII sec. a.  Inoltre nel 421 a.c. passò in mano ai Sanniti.

 

 

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SAN GENNARO DI POZZUOLI

San Gennaro non è nato a Pozzuoli; le fonti indicano che è nato a Benevento (o forse Napoli) e fu martirizzato a Pozzuoli nel 305 d.C. durante le persecuzioni di Diocleziano, motivo per cui viene chiamato “San Gennaro di Pozzuoli“, in riferimento al luogo del suo martirio e non della sua nascita.

San Gennaro di Pozzuoli

 Il Santuario di San Gennaro alla Solfatara, situato nella zona dei Campi Flegrei, dove, secondo la tradizione, il Santo vescovo fu decapitato. La chiesa conserva la pietra del martirio, sulla quale si dice appaiano macchie di sangue che si ravvivano in sincronia con il fenomeno del miracolo del sangue di Napoli.

 

IL SANTUARIO DI SAN GENNARO ALLA SOLFATARA DI POZZUOLI

HOLY BLOG

https://www.holyart.it/blog/articoli-religiosi/il-santuario-di-san-gennaro-alla-solfatara-di-pozzuoli/

https://it.wikipedia.org/wiki/Santuario_di_San_Gennaro_alla_Solfatara

San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli

 

 

FAMIGLIA CRISTIANA

 SAN GENNARO, DAL MARTIRIO AL MIRACOLO DEL SANGUE, LE COSE DA SAPERE

https://www.famigliacristiana.it/articolo/san-gennaro-dal-martirio-al-miracolo-del-sangue-le-cose-da-sapere.aspx

 

SAN GENNARO NELL’ANFITEATRO DI POZZUOLI

QUADRO FAMOSO – STORIA

https://it.wikipedia.org/wiki/San_Gennaro_nell%27anfiteatro_di_Pozzuoli

 

OSSERVATORE ROMANO

Una compagnia di amici cristiani

La storia di S. Gennaro vescovo di Benevento martire sotto Diocleziano

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-09/una-compagnia-di-amici-cristiani.html

San Gennaro condannato al martirio

 Era il 305 d.C. quando si trovò a visitare Pozzuoli, in una missione per incontrare il vescovo di Bacoli, suo stretto amico.

Proprio in quest’occasione fu condannato, assieme ad altri sette predicatori cristiani (fra cui anche San Procolo, il protettore di Pozzuoli), al martirio dinanzi alle bestie. E fu qui che accadde il miracolo: una volta scatenati i leoni feroci, anziché avventarsi sul santo e sugli altri martiri, si ammansiscono.

Artemisia li dipinse così: San Gennaro, con la mano in alto, come nell’atto di una benedizione, con i leoni di fronte: in alto uno feroce, che ringhia ancora, al centro uno che lo osserva, quasi ipnotizzato, e in primo piano uno ammansito che quasi si inchina.

 

E sotto la veste si vede un piede che il santo prova a tirare indietro mentre la bestia si avvicina, perché San Gennaro era pur sempre un uomo e, in cuor suo, quel pizzico di umana paura è tradito proprio da questo particolare.

Accanto a lui, San Procolo che ringrazia Dio per il miracolo.

Questo prodigio non salvò nessuno dei martiri cristiani. E lo stesso San Gennaro fu decapitato.

 

ARTEMISIA GENTILESCHI

 

Artemisia Gentileschi è stata una celebre pittrice italiana del XVII secolo, nota per le sue opere di grande intensità emotiva e per essere una delle prime donne a ottenere riconoscimento nel mondo dell’arte europea.
Nata a Roma nel 1593, Artemisia mostrò un talento precoce per la pittura. Grazie anche alla guida artistica di suo padre, il pittore Orazio Gentileschi, potè imparare i trucchi del mestiere.

https://it.wikipedia.org/wiki/Artemisia_Gentileschi

STORIENAPOLI

Opere di Artemisia Gentileschi

https://storienapoli.it/2022/01/07/san-gennaro-nellanfiteatro-pozzuoli/

 

 

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BRADISISMI NEI CAMPI FLEGREI

La storia del bradisismo ai Campi Flegrei è una successione di lenti movimenti del suolo, che includono periodi di sollevamento (fase ascendente) e di abbassamento (fase discendente) dovuti alla pressione del magma in profondità. Le crisi bradisismiche più recenti e intense si sono verificate tra il 1970 e il 1972 e tra il 1982 e il 1984, causando un sollevamento del suolo di diversi metri, numerosi terremoti, danni agli edifici e lo spostamento di parte della popolazione di Pozzuoli. Dopo un periodo di subsidenza, dal 2005 è iniziata una nuova fase di sollevamento del suolo, tuttora in atto e accompagnata da un livello di allerta giallo. 

 

BRADISISMO FLEGREO

https://it.wikipedia.org/wiki/Bradisismo_flegreo

 Il Bradisismo dei Campi Flegrei nelle fonti storiche

https://www.archeoflegrei.it/il-bradisismo-dei-campi-flegrei-nelle-fonti-storiche/

 

 

 Dati termici della Stazione Spaziale Internazionale nella zona dei #CampiFlegrei per rilevare le variazioni di temperatura che precedono i terremoti più intensi.

Secondo un nuovo importante studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (#INGV), il monitoraggio satellitare potrebbe migliorare la sorveglianza dei Campi Flegrei, integrandosi con i sistemi di allerta sismica e termica esistenti.

Grazie alle osservazioni satellitari, si potrebbero rilevare con maggiore precisione variazioni anomale di temperatura e deformazioni del suolo, offrendo avvisi anticipati su scosse intense in modo da proteggere la popolazione.

 

La freccia Rossa indica la posizione del Tempio di Serapide

 

Macellum di Pozzuoli

TEMPIO DI SERAPIDE

 II Secolo d.C.

 

 

Il Tempio di Serapide è uno dei monumenti più noti e rappresentativi dei Campi Flegrei: si trova nella zona più vitale del centro di Pozzuoli, a pochi passi dalle banchine del porto.

Verso la metà del ‘700 il re Carlo di Borbone, incuriosito da grandi colonne di marmo cipollino che affioravano da un fondo noto come “Vigna delle tre colonne”, (Antonio Niccolini, ”Descrizione della gran Terma Puteolana, volgarmente detta Tempo di Serapide”, Stamperia Reale Napoli 1846), ne ordinò uno scavo archeologico e, al di sotto di molti metri di residui marini, fu dissotterrato il cd Tempio di Serapide, che, nel corso dei secoli, è diventato il simbolo del bradisismo flegreo.

Numerose, infatti, sono le immagini che lo ritraggono ora semi-sommerso dal livello del mare, ora completamente all’asciutto.

Si presenta come un cortile a pianta quadrata, circondato da un porticato sul quale si affacciano le botteghe che si aprono alternativamente ora verso l’interno ora verso l’esterno; due latrine pubbliche sono dislocate ai lati dell’abside di fondo. Mentre resti di scale che conducevano al piano superiore del porticato si conservano ai lati dell’ingresso monumentale che si apriva verso il porto; infine, al centro del cortile vi è una costruzione circolare sopraelevata, circondata un tempo da colonne sul quale podio si poteva salire tramite quattro scalinate disposte a croce.

Tutto l’edificio ricorda nella pianta altri mercati di città antiche, come quelli di PompeiMorgantinaRoma e Cremna.

Tra questi il Macellum di Pozzuoli resta uno dei più grandiosi ed integri, grazie anche alla sommersione bradisismica che nei secoli passati lo ha preservato da una più grande spoliazione dei suoi elementi architettonici.

L’edificio è stato a lungo impropriamente denominato Tempio di Serapide, per il rinvenimento di una statua del dio egizio nel 1750, all’epoca dei primi scavi. Studi successivi hanno invece accertato che si tratta dell’antico Macellum, cioè il mercato pubblico della Puteoli romana.

Esso è, per dimensioni, il terzo più importante monumento napoletano di questo tipo.

A livello scientifico, esso ha rappresentato per alcuni secoli l’indice metrico più prezioso e preciso che si aveva a disposizione per misurare il fenomeno del bradisismo. 

 

Il monumento a Pozzuoli che ha testimoniato e misurato il fenomeno del bradisismo per secoli è il Macellum, meglio conosciuto come il Tempio di Serapide. Le sue colonne presentano infatti fori scavati da molluschi marini fino a una certa altezza, indicando il livello massimo raggiunto dal mare, e quindi l’entità del sollevamento o abbassamento del suolo.

 

Protezione Civile Pozzuoli

Portale del Cittadino 

https://protezionecivilepoz.wixsite.com/pozzuoli/copia-di-pianificazioni-di-protezio

 

Dipartimento della Protezione Civile

Presidenza del Consiglio dei Ministri

 

Mappa zone di pianificazione nazionale di emergenza nell’area flegrea

 

La mappa indica la zona rossa e la zona gialla, previste dalla pianificazione nazionale di emergenza per il rischio vulcanico per i Campi Flegrei. Le aree sono state individuate nel Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 24 giugno 2016.

La zona rossa è l’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. In caso di eruzione, sarebbe infatti esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. Nell’area vivono circa 500mila abitanti.

La zona gialla è l’area che, in caso di eruzione, sarebbe esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere quindi necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri. 

Nell’area vivono oltre 800mila abitanti. 

Le aree di attesa sono quelle da cui, in caso di dichiarazione di “allarme”, partono i pullman della Regione Campania per condurre i cittadini nelle aree di incontro, al di fuori della zona rossa. Sono individuate nei Piani di protezione civile comunali.

Le aree di incontro sono le 6 aree, al di fuori della zona rossa, da cui partono i cittadini che scelgono il trasporto assistito (via pullman, treno, nave) per raggiungere le Regioni e le Province autonome gemellate con i propri Comuni.

 

 

CONCLUSIONE

La nostra Italia è uno scrigno straordinario, ricco di tesori che spaziano dall’arte alla musica, dalla storia alla religiosità, senza dimenticare il clima, il mare, lo sport. Ogni regione custodisce meraviglie uniche, ma ciò che rimane più impresso nel cuore di chi viaggia non sono solo i monumenti o i panorami: è l’umanità della gente incontrata lungo il cammino.

Ebbene, i Campi Flegrei rappresentano in pieno questa ricchezza. Qui la bellezza della natura e della storia si intreccia con la forza e la resilienza di chi vi abita. In questa terra che palpita, che si muove, che vive sospesa tra il respiro profondo del vulcano e il mare che custodisce la memoria del passato, la vita continua con una normalità sorprendente.

Ciò che più colpisce è proprio questo: gli abitanti dei Campi Flegrei, pur consapevoli del rischio di vivere sopra un terreno che da sempre trema e sprofonda, non pensano a fuggire. Restano, radicati alla loro terra, con un senso di appartenenza che rasenta il religioso fatalismo. È un atteggiamento che commuove, un mistero difficile da spiegare, ma che dona a questa zona un carattere unico, capace di restare nella memoria di chiunque vi si avvicini.

In questa terra che respira e trema, la forza della gente rende eterno ciò che il tempo minaccia di cancellare.

 

 

Carlo GATTI

Rapallo, mercoledì 24 settembre 2025